PALERMO – Agosto del 2021. All’interno dell’abitazione di Michele Cavaleri, al “Bronx” di Licata, i poliziotti della squadra mobile di Agrigento registrano una conversazione chiave. Sì discuteva di droga. Stava per arrivare qualcosa di “potente”. Cocaina di altissima qualità. Due anni dopo, nel febbraio 2023, scattò il blitz. Ora le prime condanne: 20 anni a Cavaleri, 15 anni, 4 mesi e due giorni e a Concetta Marino; 8 anni e 2 mesi ad Angelo Angelo Sorriso; 11 anni a Lillo Serravalle; 9 anni a Ferdinando Serravalle.
La sentenza è del giudice per l’udienza preliminare Stefania Brambille che ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Francesca Dessì e Pierangelo Padova. Il quartiere di Licata era militarizzato. Le vedette controllavano l’arrivo delle forze dell’ordine. Avevano installato un circuito di telecamere. Le ordinazioni avvenivano sfruttando anche i social network. Nel corso dell’inchiesta i poliziotti della squadra mobile scoprirono che c’erano forti tensioni con alcuni trafficanti di Caltanissetta e Catania tanto che gli uomini giravano armati. Poi, però, fu trovato un accordo in nome degli affari. Nel blitz furono coinvolte 25 persone.
Alcune posizioni sono state trasferite per competenza territoriale in altri tribunali siciliani. Nel corso delle indagini venne fuori anche il ricatto dei pusher che si facevano consegnare dai clienti la tessera del reddito di cittadinanza in attesa che saldassero il debito. Anche molti degli arrestati godevano del beneficio economico.