Il giallo di Simona Floridia, udienza nel luogo del presunto delitto

Il giallo di Simona Floridia, udienza nel luogo del presunto delitto

L'udienza d'appello si è tenuta in località Monte San Giorgio
LA SCOMPARSA
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CALTAGIRONE (CATANIA) – Si è svolta nel luogo dove sarebbe avvenuto il presunto femminicidio, l’udienza della terza Corte d’assise d’appello di Catania, dinanzi a cui è in corso il processo di secondo grado a carico di Andrea Bellia. 50 anni, è imputato per l’omicidio aggravato di Simona Floridia, la 17enne di Caltagirone scomparsa il 16 settembre del 1992.

Secondo l’accusa, l’uomo, condannato in primo grado a 21 anni di reclusione, l’avrebbe uccisa, probabilmente al culmine di una lite. Il corpo della vittima non è stato mai trovato.

A chiedere il ‘sopralluogo’ alla terza Corte d’assise d’appello di Catania, presieduta da Elisabetta Messina, è stato il sostituto della Procura generale Angelo Busacca. Il PG lo ha chiesto dopo che il legale di Bellia, l’avvocata Pilar Castiglia, aveva chiesto un esperimento giudiziale. Su questa richiesta la Corte non ha ancora sciolto la riserva. L’obiettivo era chiarire in presenza la dinamica dell’accaduto e le possibilità di accesso al luogo del delitto.

L’udienza e il sopralluogo al Monte San Giorgio sono stati blindati da Carabinieri e dalla Polizia Locale.

Era presente il testimone Mario Licciardi, che durante il processo di primo grado aveva riferito di essere stato condotto in quel luogo dell’imputato per fargli vedere dove aveva “fatto sparire” la ragazza. Il presidente Messina ha fatto indicare al testimone le vie che sarebbero state percorse all’epoca per salire in cima all’altura.

Presenti il ​​pg, il difensore dell’imputato e l’avvocato di parte civile, che hanno chiesto precisi chiarimenti. Era presente anche la madre della ragazza. L’udienza è stata aggiornata al 23 ottobre, quando saranno visionati in aula dei video tratti dal programma Le Iene.

La sentenza della Corte d’assise di Catania è stata emessa il 12 aprile del 2023. Questo a conclusione del processo di primo grado, istruito su indagini dei Carabinieri. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura di Caltagirone, è arrivata trent’anni dopo la scomparsa della ragazza.

La famiglia Floridia si è costituita parte civile nel procedimento. Tra le prove contestate all’imputato, la sua confessione a un amico (‘sono stato io’), confermata in sede di incidente probatorio, ma sempre smentita da Bellia, che si dichiara innocente.

La penalista che assiste l’imputato è tornata a mettere in dubbio la credibilità del testimone Licciardi, “atteso che – afferma l’avvocato Castiglia – tra le tante contraddizioni e gli infiniti “non ricordo”, ha indicato un percorso diverso da quello indicato in sede di incidente probatorio. Andrea Bellia va assolto perché innocente, senza se e senza ma”.


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