Simona, 17enne uccisa a Caltagirone: 32 anni dopo si va in appello

Simona, 17enne uccisa a Caltagirone: 32 anni dopo si va in appello

In primo grado condannato il suo ex

CATANIA. In aula c’erano tutti, tranne il papà della vittima, che se n’è andato l’anno scorso, poche settimane dopo la sentenza di primo grado.Si è aperto ieri mattina il processo d’appello per l’omicidio di Simona Floridia. Diciassettenne, sparì nel nulla il 16 settembre 1992. Il suo corpo non è mai stato trovato.

L’udienza

In aula c’era il presunto assassino Andrea Bellia, che ha preso in primo grado 21 anni. E c’era il resto della famiglia di Simona, assistita dall’avvocato Giuseppe Fiorito. Si va in appello sul ricorso del difensore di Bellia, l’avvocata Pilar Castiglia. L’imputato si è sempre professato innocente. Ha sempre respinto le accuse e negato ogni responsabilità.

La sentenza

L’anno scorso la Corte d’assise lo ha condannato, ritenendolo colpevole di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili. Il processo si celebra dinanzi alla terza sezione penale della Corte d’appello, presieduta da Elisabetta Messina. I giudici ieri hanno rinviato la trattazione del processo al prossimo 11 marzo. Quel giorno si tratteranno eventuali questioni preliminari. Ieri si è svolta la relazione della Corte. A marzo si saprà se i giudici disporranno o meno una riapertura dell’istruttoria in appello.

Il processo

Per Bellia, in primo grado l’accusa aveva chiesto 24 anni. Il processo, si ricorda, era stato aperto ben ventisei anni dopo l’archiviazione della prima inchiesta. La svolta fu un’intercettazione in cui alcuni amici dell’epoca di Bellia ipotizzarono delle ammissioni che il giovane avrebbe fatto a un conoscente.

Il movente

Secondo quanto è emerso in aula, l’ipotesi dell’accusa è che Simona sia stata uccisa perché aveva scoperto un tradimento di Bellia. Giovanissimo anch’egli, sarebbe stato con la fidanzata di un suo amico. Avrebbe ucciso Simona perché non rivelasse quel segreto. Accuse che l’imputato, come detto, ha seccamente respinto.

Ora si va in aula sulla base del ricorso del difensore di Bellia, l’avvocato Pilar Castiglia. La difesa punta sull’assoluzione. Imputato a piede libero, si ricorda, è sempre stato presente in aula anche in primo grado.


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