L’assassinio di Simona Floridia: 31 anni dopo, si va in appello

L’assassinio di Simona Floridia: 31 anni dopo, si va in appello

La ragazza aveva solo 17 anni

CALTAGIRONE (CATANIA) – La data è fissata nel calendario: 11 marzo 2024. Quel giorno, dalla morte di Simona Floridia, saranno passati quasi 31 anni e mezzo. Oggi la ragazza, all’epoca 17enne, di anni ne avrebbe quasi cinquanta, se un destino crudele non si fosse abbattuto su di lei. Vittima di un femminicidio, si direbbe oggi leggendo il verdetto dei giudici della Corte d’assise di Catania e usando un termine – oggi strettissima e tragica attualità pressoché quotidiana – che in quel periodo non era stato ancora neppure coniato. Era il 16 settembre 1992

L’udienza

A commetterlo, secondo la sentenza di primo grado, fu l’ex fidanzato di Simona. Si chiama Andrea Bellia. Ma tra meno di un mese, l’11 marzo, si celebrerà l’appello. Bellia si è sempre professato innocente. E il suo avvocato, la penalista Pilar Castiglia, ha fatto ricorso. All’ex fidanzato i giudici hanno inflitto 21 anni per omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili. E la difesa non ci sta, perché Bellia del resto lo ha ripetuto tante volte: “Sono innocente”. Ma per la Corte è andata in maniera diversa. I giudici di primo grado hanno accolto la tesi emersa dall’inchiesta coordinata dalle Pm della Procura di Caltagirone Natalia Carrozzo e Samuela Lo Martire, dichiarandolo responsabile del reato.

In aula il mese scorso la terza sezione della Corte d’appello, presieduta da Elisabetta Messina, ha fissato il calendario. S’inizierà il secondo lunedì di marzo. Ci sono richieste preliminari e una su tutte, che quasi certamente la difesa formulerà in apertura di udienza: riaprire l’istruttoria, per dimostrare l’innocenza dell’imputato. Ma prima c’è da decidere su un altro aspetto, relativo alle parti civili.

La parte civile

Il papà di Simona, infatti, purtroppo è morto. Pochi mesi dopo aver assistito alla condanna del presunto assassino di sua figlia, se n’è andato. E adesso un fratello di Simona chiede di subentrargli come parte civile. I genitori della vittima sono assistiti dall’avvocato Giuseppe Fiorito, che dopo la lettura del dispositivo rilasciò a Live Sicilia una dichiarazione a nome della mamma e del papà di Simona, parlando di una “una sentenza che fa giustizia”. “La sentenza – disse – acclara un fatto che, la parte civile e l’accusa lo hanno sempre sostenuto con forza”.

Il movente

L’accusa sostiene che Simona sia stata uccisa perché aveva scoperto un tradimento di Bellia. Giovanissimo anch’egli, sarebbe stato con la fidanzata di un suo amico. Avrebbe ucciso Simona perché non rivelasse quel segreto, facendo poi sparire il suo corpo, che non è mai stato rinvenuto. Ipotesi che l’imputato, sempre presente in aula al processo, ha seccamente respinto.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI