PALERMO – C’è tutto un mondo da esplorare e che forse mai scopriremo. A meno che i poliziotti della sezione minori della Squadra mobile di Palermo non riusciranno ad incrociare le testimonianze della baby squillo e i contatti gestiti via Facebook e al telefono da Dario Nicolicchia, il trentaduenne arrestato con l”accusa di avere fatto prostituire una ragazza di 16 anni. Di certo sappiamo che è un mondo popolato di clienti facoltosi pronti a sborsare fino a 300 euro per una prestazione.
Gente di Palermo ma anche di Trapani e di altre città siciliane, dove Nicolicchia portava la ragazza in trasferta. La caccia ai suoi clienti prosegue partendo dalle descrizioni fisiche rese dalla baby squillo davanti ai poliziotti. Conosce l’età e anche alcuni dettagli privati delle loro vite – i clienti si confidavano – ma non i loro nomi. Una decina sono stati identificati e indagati, altri 30 ancora no. E poi ci sono i mille contattati telematici da analizzare. Con nuovi particolari: a volte Nicolicchia avrebbe convinto la ragazza ad avere rapporti sessuali con dei suoi amici. “Non per soldi ma per divertimento”, racconta lei. Che non voleva certo divertirsi in quel modo. Lo diceva all’uomo di cui si era innamorata, ma alla fine cedeva.