PALERMO – “Il processo a carico di Riccardo Savona è paragonabile ad un processo per omicidio… con la vittima viva”. Così l’avvocato Salvatore Traina commenta il rinvio a giudizio del deputato regionale con l’potesi di truffa.
Savona e altri imputati, fra cui la moglie e la figlia dell’onorevole, sono finiti sotto processo per decisione del giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta che ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica. L’inchiesta riguarda la presunta distrazione di quasi 900 mila euro di fondi destinati alla formazione professionale, settore che vede impegnati i familiari del deputato di Forza Italia.
Traina torna sulla questione del mancato deposito di atti giudiziari per cui il processo era ripartito da zero. Nel frattempo circa novemila pagine sono state fornite allo stesso giudice per l’udienza preliminare che ora ha deciso il rinvio a giudizio.
“Si ha notizia – e lo abbiamo denunciato con forza – che tutta la documentazione sequestrata ai rispettivi commercialisti che dimostra la effettiva esistenza e vitalità degli Enti di formazione non è stata inserita nel fascicolo offerto al Gup”, aggiunge in una nota Traina.
“Era già un processo privo di contenuti, che ha perso consistenza, sfaldandosi e perdendo pezzi nel corso del tempo – scrive il legale -. Il provvedimento che ha definito l’udienza preliminare, quindi, è affetto da vizi inammissibili ed inaccettabili e, immancabilmente, verrà annullato alla prima udienza utile innanzi al Tribunale; ma non intendiamo attendere tale evento, per assicurare a Riccardo Savona le garanzie fondamentali di un processo giusto”.
Ed ecco la novità annunciata dalla difesa: “Ho ricevuto espresso mandato dall’onorevole Savona di chiedere, urgentemente, un’ispezione ministeriale per verificare se quanto accade al Tribunale di Palermo sia aderente ad una corretta applicazione delle norme processuali e sostanziali, nonché di avviare ogni iniziativa utile ed opportuna per ristabilire il giusto equilibrio a questa vicenda. Dopo il fortunato ritrovamento delle 9.000 pagine di atti d’indagine, originariamente sottratti al fascicolo delle indagini, continuano a non essere prodotti atti fondamentali per l’attività Difensiva che per un giudizio equo e completo. Sono mesi che, per iscritto, denunciamo a gran voce la mancata produzione di tutti i documenti contabili degli Enti di formazione, sequestrati dagli inquirenti presso i commercialisti, e mai inseriti nel fascicolo delle indagini”.
“Si tratta di documenti importantissimi: Riccardo Savona è accusato di aver concorso (sia pure marginalmente) nel reato di truffa perché gli Enti di formazione avrebbero svolto fittiziamente i progetti. In altri termini, sarebbero stati Enti fantasma – conclude il legale -. E’ di tutta evidenza il rilievo della contabilità di tali Enti, la cui documentazione, pur sequestrata dagli inquirenti, non è stata inserita nel fascicolo della indagini, pur trattandosi proprio di atti che dimostrerebbero la vitalità economica e le attività svolte dagli stessi. Ciò che è veramente inaccettabile è che sia stato disposto il rinvio a giudizio dell’imputato senza che il Giudice avesse conoscenza di questi atti: l’Ufficio di Procura non li ha mai inseriti nel fascicolo trasmesso al Gup per la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio.
E ci preoccupa fortemente anche la circostanza che il Giudice non abbia preteso che tali atti venissero portati alla sua conoscenza, prima di pronunciarsi sul rinvio a giudizio”.