PALERMO – C’è una rosa su quel cancello blu che sabato sera ha aperto le porte agli assassini. Un fiore che esprime lo strazio per quello che è successo al di là del primo piazzale il cui perimetro è circondato dai cartelloni con le ultime offerte. Nei pressi di quello che era l’ufficio di Daniele Discrede, il commerciante 42enne ucciso nel corso di una rapina davanti agli occhi di sua figlia di otto anni, c’è il silenzio più assoluto. Sotto i raggi del sole, a pochi metri dal supermercato di via Roccazzo “L’isola del risparmio” c’è soltanto il titolare di un’officina che parla con un giovane. L’argomento è proprio quello: una bambina, il padre a terra in un lago di sangue e tante domande.
“Ci chiediamo il perché – dice l’uomo anziano – non riusciamo a spiegarcelo, ammesso che una spiegazione possa esserci. Daniele era una persona dalla generosità rara, un padre di famiglia tutto casa e lavoro. Il fatto che non si siano fermati nemmeno davanti alla figlia è sconcertante, disumano”. L’attività commerciale che alcuni mesi fa era stata ceduta ad altri soci è stata sequestrata: oggi non c’è il viavai quotidiano in quell’area di solito piena di gente e di mezzi pesanti che effettuano il trasporto della merce.
“Una giornata strana – aggiunge il titolare di una macelleria in via Roccazzo -. C’è troppo silenzio, il nostro quartiere è letteralmente a lutto. E d’altronde non potrebbe essere altrimenti perché qui Daniele lo conosceva chiunque. Io ho chiuso alle 21,40 sabato sera, fino a quel momento tutto sembrava tranquillo. Sono salito in auto per andare a casa, in viale Michelangelo, e mentre mi trovavo per strada mi ha chiamato mio cognato che abita in un palazzo vicino al supermercato. Mi ha detto che c’era stata una sparatoria ed io mi sono sentito morire. Una sensazione che mi accompagna dal quel momento. Siamo tutti sotto choc”.
E accanto alla macelleria, c’è qualcuno che Daniele Discrede lo aveva visto crescere. “Lo conoscevo da quando era soltanto un bambino – dice Vincenzo Mannino, titolare di un bar – e conoscevo anche il padre. Io sono qui da ventidue anni e loro per tutti noi erano un’istituzione, i rifornitori ufficiali di bibite. Una famiglia di lavoratori. Il padre aveva iniziato tanti anni fa con la distribuzione della birra Forst, poi dopo tanti sacrifici avevano aperto un ingrosso, fino al Cash and Carry. Non c’è una parola negativa che potrebbe mai essere pronunciata nei loro confronti, perché è tutta brava gente. E Daniele era un “pezzo di pane” – prosegue – uno sempre disponibile a dare una mano, un altruista”.
Un quartiere già segnato da un’altra tragedia avvenuta otto anni fa. A 48 ore dal delitto del commerciante, sono in molti a ricordare lo stesso tragico destino del commesso di una farmacia poco distante dal supermercato. Era il 16 novembre del 2006 quando Paolo Cordova, 45 anni, fu raggiunto da uno sparo mortale al petto nel corso di una rapina. Il colpo fu messo a segno anche in quel caso da tre uomini che minacciarono il titolare con una pistola. La vittima, che aveva assistito alla scena, avrebbe fatto un movimento brusco e uno dei banditi si spaventò pensando a una reazione, facendo fuoco.
“Anche quello – dice un commerciante – fu un periodo terribile. Adesso ci ritroviamo a dovere affrontare una situazione simile, ci stiamo impegnando per raccogliere dei soldi e organizzare il funerale di Daniele nella chiesa di Passo di Rigano. Un gesto con cui vogliamo esprimere il nostro affetto alla sua famiglia”.
Nel frattempo, sarà eseguita domani pomeriggio all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo l’autopsia sul corpo del commerciante. Il pm Nino Di Matteo che si occupa del caso ha firmato l’incarico per eseguire gli esami sul corpo del negoziante. Secondo una prima ricostruzione dei medici del pronto soccorso del Civico i colpi andati a bersaglio sono stati quattro: due alle braccia e due al petto. I bossoli per terra erano molti di più almeno sette, mentre prosegue il lavoro degli investigatori sulle immagini della videosorveglianza. Il sistema era in funzione e l’impianto avrà filmato i tre killer incappucciati che sono arrivati a bordo della Citroen che ieri pomeriggio i carabinieri hanno trovata bruciata nei pressi di Bellolampo.