PALERMO – Neppure la più intensa delle emissioni maleodoranti poteva durare tanto. Quattro anni di indagini e altrettanti di processo. Alla fine il dibattimento si conclude con tre assoluzioni e una prescrizione.
Gli assolti dal giudice monocratico Provvidenza Di Grigoli sono gli ex responsabili amministrativi del canile municipale Angelo Zarcone, Giuseppe Medici e Luigina Coniglio. Prescritta la posizione di Gaetano Lo Cicero, ex direttore generale del Comune di Palermo. Erano difesi dagli avvocati Stefano Santoro, Fabio Cosentino e Fabrizio Biondo.
Gli assolti con la formula “perché il fatto non costituisce reato” erano accusati di “getto pericoloso di cose”. Le cose in questo caso erano impalpabili al tatto, ma insopportabili all’olfatto. Dalle gabbie del canile municipale proveniva un odore nauseabondo. Così fu accertato nel 2010.
Il resto emerse dall’ispezione dei locali di via Tiro a Segno: gabbie malandate, separate l’una dall’altra con mezzi di fortuna, scarsa illuminazione e ruggine nella sala operatoria. Non andava meglio per gli uomini che dovevano prendersi cura degli animali: spogliatoi fatiscenti e vetri rotti per gli operai di Gesip.
L’inchiesta all’inizio coinvolgeva anche altre persone, la cui posizione fu archiviata su richiesta dell’avvocato Stefano Santoro: non avevano alcuna possibilità per emettere i provvedimenti amministrativi necessari per rimediare alle carenze igienico-sanitarie della struttura. Altri, invece, pur essendo nella stessa posizione dei colleghi, finirono sotto processo e ora sono stati assolti nel merito.
Prescritta, invece, la posizione di Lo Cicero che in qualità di direttore generale del Comune è stato considerato alla stregua di un “datore di lavoro”. Sarebbe spettato a lui garantire la sicurezza nei locali, ma è trascorso troppo tempo per emettere una sentenza di condanna.