Il mega inceneritore sul Simeto |sul tavolo del consiglio mottese - Live Sicilia

Il mega inceneritore sul Simeto |sul tavolo del consiglio mottese

Lo studio di fattibilità del progetto a sorpresa contempla i terreni ricadenti sul territorio di Motta Sant'Anastasia. Il Comitato No Discarica è sul piede di guerra. Tutti i particolari.

L'affare della società svizzera
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MOTTA SANT’ANASTASIA. La Nexxus Energy Ag ci riprova e punta al Comune di Motta Sant’Anastasia. Il caso, già sollevato da LiveSicilia, inerente l’ipotesi di realizzazione del “Centro Tecnologico Innovativo”, quale complesso industriale finalizzato alla produzione di energia elettrica, bio gas, al recupero e trasformazione di rifiuti provenienti dalle diverse aree urbane, commerciali ed industriali, a sorpresa, potrebbe ora coinvolgere l’area con accesso della strada statale n. 192 e delimitata dalla ferrovia Catania –Palermo. Ovvero terreni ricadenti nel Comune di Motta. In totale sono oltre 66 gli ettari di terreni su cui potrebbe nascere il mega termovalorizzatore.

Se a Belpasso, infatti, lo studio di fattibilità, presentato dalla società elvetica, orientato alla realizzazione dell’inceneritore nei terreni di proprietà della parco Mediterraneo in contrada Peschiera, ha ricevuto già un secco due di picche dal sindaco Caputo, diversa appare, invece, la risposta rilasciata dal Comune mottese. E il progetto è già, infatti, arrivato sul tavolo della giunta comunale. Il sindaco, Anastasio Carrà, dal canto suo, sembra schiacciare l’occhio all’ipotesi avanzata dalla Nexxus. Tanto da aver già approvato una proposta di deliberazione lo scorso 19 dicembre. Un atto di indirizzo politico che verrà già discusso il prossimo 28 dicembre dinanzi la commissione consiliare per poi approdare in Consiglio. Secondo lo studio, inoltre, la completa realizzazione dell’impianto sui territori mottesi dipende, fra le altre cose, dall’approvazione di una variante del vigente prg. Un’eventualità, quest’ultima, che già ha scatenato dure reazioni da parte della cittadinanza.

La giunta comunale di Motta, incalzata dalla richiesta della società svizzera che ha sottolineato “l’urgente necessità della realizzazione dell’intervento”, ha già avviato – si legge nella proposta di deliberazione – “l’iter finalizzato alla presa d’atto dello studio di fattibilità del centro Tecnologico condividendone le previsione realizzative così come indicate ed individuate nello studio di discussione. (…) Di confermare quale indirizzo politico l’individuazione dell’area così come operato dalla società Nexxus”. E “di confermare l’indirizzo politico per la trasmissione dello studio di fattibilità al Consiglio comunale al fine di trovare assenso formale, e quindi per la predisposizione degli elaborati ed atti inerenti la necessaria variante al prg da eseguirsi ai sensi di legge”. Il provvedimento al piano regolatore richiesto dalla Nexxus prevede la trasformazione della destinazione d’uso dei terreni da agricola a industriale.

Allo scopo la società svizzera ha, inoltre, sottoscritto un contratto preliminare di opzione e di compravendita con la Parco Mediterraneo lo scorso 17 giugno 2016 “per l’estensione – si legge ancora – della superficie di mq 281.471,00 sul quale verrebbero realizzate le opere e le infrastrutture di cui alla prima fase”. Nella sua interezza i 61 ettari di “tale terreno risponderebbero alle esigenze industriale – si legge ancora – della società e quindi del progetto in quanto attraversato da una binario delle ferrovie dello Stato, in prossimità della stazione ferroviaria di Motta Sant’Anastasia oltre che posto nelle vicinanze di un prossimo insediamento industriale del Comune di Belpasso”.

Il progetto prevede la realizzazione di 13 piattaforme destinate alla produzione di energia tramite la combustione di carburante; recupero materie di scarto non pericolosi, impianto di gassificazione concepito per l’incenerimento di un combustibile sostitutivo ipercalorico, elaborazione materie plastiche pre trattate, riciclaggio di carta e cartone, materie legnose, tessili, vetro, assemblaggio e lavorazione dei pneumatici. Aree dove verranno conferiti circa 700mila tonnellate di rifiuti ogni anno, così suddivisi: 125mila tonnellate di rifiuti urbani non differenziati, 125mila tonnellate da raccolta differenziata, imballaggi e rifiuti trattati; 7mila tonnellate di rifiuti biodegradabili, 28mila tonnellate di pneumatici fuori uso, 405mila tonnellate annue di “combustibile sostitutivo”.

Sui terreni ricadenti nel Comune di Belpasso pesa anche lì una variante del Prg, ma questa – già scaduta – è in proroga per altri due anni. La stessa che nel 2008 aveva convertito la destinazione d’uso dell’area da agricola a industriale. Su quest’ultimo nodo l’amministrazione comunale di Belpasso attende di conoscere il verdetto del Cga, che a breve dovrà stabilire se lasciare concedere alla Parco Mediterraneo il rinnovo del permesso edilizio negato nel 2013 dalla giunta guidata dal sindaco Carlo Caputo. L’azienda titolare dei terreni non ha, inoltre, mai dato seguito alla realizzazione del polo logistico commerciale previsto al momento della convenzione siglata nel 2008.

Sul caso è gia intervenuto il comitato no discarica del Comune di Motta Sant’Anastasia. “Noi cittadini, non ci aspettiamo che l’amministrazione comunale di Motta capisca che la definizione di ‘impianto ad emissioni zero’ è una falsità scientifica e tecnologica senza precedenti, perché sappiamo bene che, a meno che non vengano inserite in una centrale a fissione nucleare (non ancora esistente), le 700 mila tonnellate annue non possono essere trasformate in energia pura e sparire nel nulla, quindi si possono solo trasformare in ceneri (25% circa) da smaltire in discarica come costoso rifiuto speciale e in gas letali (75% circa) disperse in atmosfera come furani, diossine, e particolato di varie dimensioni. E visto che sorgerà in mezzo ad aranceti, vanno distinte le emissioni in microinquinanti (diossine, polveri ecc.) e macroinquinanti (SOx e NOx). Le SOx, lo ricordiamo, sono responsabili delle piogge acide (reagendo con l’umidità dell’aria) perché producono acido solforico e solforoso, bucando il fogliame degli alberi.Quello che ci aspettiamo è che l’amministrazione ricordi di aver sottoscritto una convenzione, il 19 maggio del 2015, sancendo presso l’Università di Catania la nascita del Presidio partecipativo del patto del fiume Simeto, che ha tra le sue “finalità non negoziabili” la tutela dell’ambiente secondo la filosofia rifiuti zero. I comitati No Discarica di Motta e Misterbianco, Zero Waste Sicilia e il Presidio del Patto Fiume Simeto si impegneranno congiuntamente con tutte le loro forze, a far capire all’intera vallata, comunità per comunità, tutto quello che gli amministratori distratti dagli specchietti e dalle promesse scritte sulla sabbia, non vogliono capire e, come già fatto negli anni passati, troveranno il modo di bloccare la costruzione di inceneritori e strutture simili che servono solo ad arricchire pochi speculatori senza scrupoli, a scapito di molti cittadini poco o per nulla informati”. “Motta Sant’Anastasia non può diventare la città consacrata al rifiuto. Ci batteremo per fermare questo progetto” – spiega infine Danilo Festa.

 

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