Il mega peculato da 11 milioni| "Processate Monterosso e Corsello" - Live Sicilia

Il mega peculato da 11 milioni| “Processate Monterosso e Corsello”

Patrizia Monterosso e Anna Rosa Corsello

La vicenda è quella degli extra-budget della Formazione professionale.

PALERMO – C’è la richiesta di rinvio a giudizio per Patrizia Monterosso e Anna Rosa Corsello. L’hanno firmata il procuratore aggiunto Bernardo Petralia e il sostituto Luca Battinieri. Le due indagate avrebbero commesso un mega peculato da 11 milioni di euro. La vicenda è quella degli extra-budget e cioè delle somme concesse agli enti di formazione professionale in aggiunta a quelle previste inizialmente dal Piano dell’offerta formativa regionale. Quelle “integrazioni”, però, come ha sottolineato la Corte dei conti che ha deciso pesantissime condanne, erano illegittime. Fu il nucleo di polizia tributaria della finanza a scoprirlo. La parola ora passa al giudice per l’udienza preliminare che dovrà decidere se meritano o meno di essere processate.

Il segretario generale della Regione sarebbe il concorrente morale del peculato milionario commesso materialmente da Anna Rosa Corsello, ex dirigente del dipartimento della Formazione. Secondo l’accusa, l’obiettivo del loro “disegno criminoso” era quello di “sottrarre il segretario generale al giudizio di condanna nel procedimento promosso dalla Corte dei conti”. Si tratta del processo che si è concluso con una batosta ormai definitiva: la Monterosso deve sborsare quasi un milione trecento mila euro.

Quando si seppe dell’indagine contabile, la Monterosso sollecitò la Corsello a bloccare i pagamenti successivi destinati agli enti in modo da recuperare le somme e fare venire meno il danno erariale. In particolare, il segretario generale nell’ottobre 2013 con un atto stragiudiziale invitò la Corsello “a sospendere qualsiasi pagamento in favore degli enti fino a concorrere nelle somme da recuperare e ad adottare atti amministrativi di compensazione dei crediti legittimamente vantati dagli enti con quelli vantati dalla Regione”.

La Corsello si è sempre difesa sostenendo di avere agito rispettando la legge, sulla base di un parere dell’avvocatura e di avere difeso gli interessi dell’amministrazione. “Siamo di fronte a condotte ricostruibili attraverso i documenti che – spiega il legale della Monterosso, l’avvocato Nino Caleca -, se letti nella loro totalità, escludono che in questa vicenda la Monteresso abbia agito nella qualità di segretario generale. Siamo sicuri che nel prosieguo del procedimento emergerà la sua estraneità ai fatti”.

 


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