Consigliere istruttore del tribunale di Palermo, noto come il padre del pool antimafia, ucciso con un’autobomba da Cosa nostra a 58 anni. La data è il 29 luglio 1983, il luogo via Giuseppe Pipitone Federico, a Palermo. Nell’esplosione dell’autobomba muoiono pure due carabinieri e il portiere dello stabile: sono il maresciallo Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta, che erano gli uomini della scorta, e il portiere Stefano Li Sacchi.
Chinnici entra in magistratura nel 1952 e viene assegnato al tribunale di Trapani, poi a Partanna (Trapani), per oltre dieci anni. Nel 1966 viene trasferito all’ufficio Istruzione di Palermo. Dal suo ufficio parte l’istruzione per il primo maxiprocesso alla Mafia, che vede impegnati giudici come Giovanni Falcone, Giuseppe Di Lello e Paolo Borsellino.
Per il ruolo che svolge, chinnici sa di essere un uomo che dà fastidio alla mafia e che prima o poi avrebbe pagato per il suo impegno nella lotta contro la criminalità organizzata. I boss di Cosa nostra non dimenticano. E così imbottiscono una Fiat 127 di tritolo e la fanno esplodere nel momento in cui il giudice esce dal portone di casa. Il boato scuote la città. Ed è solo l’inizio di una catena di sangue.