ENNA – In passato era lui il referente provinciale di Cosa Nostra nell’Ennese. E con i gradi del capomafia, l’anziano boss Salvatore Seminara avrebbe etero-diretto, dall’esterno ma in maniera quantomai autorevole e presente, l’azione di uno dei clan in fase di riorganizzazione in quel territorio, ovvero il gruppo di Leonforte, il cui referente era l’imprenditore del posto Giovanni Fiorenza. Per questo adesso la Corte d’appello di Caltanissetta ha confermato la condanna a 26 anni inflitta in primo grado dal Tribunale collegiale di Enna a Seminara. E’ l’ultimo stralcio dell’inchiesta Good Fellas, dal titolo dell’operazione con cui gli agenti del commissariato di Leonforte, sotto il coordinamento della Dda di Caltanissetta, hanno tappato le ali all’ennesimo camaleontico tentativo di riorganizzazione della mafia nel piccolo centro, un’area strategica, da sempre, per il ben più importante clan della città di Enna. L’inchiesta Good Fellas è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Caltanissetta Roberto Condorelli.
Condanne gemelle a Enna e Caltagirone: ventisei anni moltiplicato due
La condanna di oggi a ventisei anni a carico del boss è stata emessa per associazione a delinquere di stampo mafioso, reato per cui in passato Seminara aveva già preso 8 anni in via definitiva al processo Old One. Infine per la stessa accusa, in primo grado, ha preso una condanna a 26 anni dal Tribunale collegiale di Caltagirone, in riferimento alle attività organizzative che avrebbe pianificato a Raddusa, Catania e nel Calatino. Il processo pende in appello
Il delitto della mattina di Pasqua 2015 a Raddusa, Seminara mandante?
Per il boss Seminara sarà uno dei momenti più importanti, perchè approderà in appello a ottobre il processo per l’omicidio di Salvatore Cutrona e Francesco Turrisi, assassinati il 5 aprile 2015 a Raddusa, un delitto per cui “Zio Turiddu”, ritenuto uno dei mandanti, è stato condannato in primo grado all’ergastolo dalla Corte d’assise di Catania. Cutrona, il vero obiettivo dei killer, fu ammazzato la mattina di Pasqua di sei anni fa, perchè avrebbe voltato le spalle al potere mafioso dell’epoca, che rispondeva al nome di Seminara, il quale pretendeva di dominare una vasta area, estesa dal Calatino fino al cuore pulsante della provincia di Enna. Il ricorso in appello è stato presentato dal legale di Seminara, l’avvocato Francesco Azzolina.
Il presente della mafia nell’Ennese: ora comanda Pietraperzia
All’interno di Cosa Nostra, come già accennato, Seminara non sarebbe più il referente provinciale di Cosa Nostra, letteralmente detronizzato dall’ascesa dei più “intraprendenti” mafiosi di Pietraperzia. Il particolare è emerso dalle inchieste condotte dagli investigatori in vari uffici requirenti della Sicilia, che hanno svelato il ruolo crescente del clan pietrino, tra i più antichi e storicamente agguerriti di questo territorio, riconosciuto ormai come referente in provincia di Enna del clan Santapaola e dei mafiosi palermitani.