PALERMO – Un palo, un maledettissimo palo, potrebbe costituire l’ideale spartiacque di un decennio che ha regalato importanti soddisfazioni al Palermo. E’ il 50′ di una sfida che vede i ragazzi di Sannino impegnati nello stadio più accogliente d’Italia contro la squadra migliore d’Italia. Miccoli si libera di Chiellini e disegna una traiettoria pronta a mandare in orbita l’aquila rosanero, ferita da una stagione amara e piena di beffe in zona Cesarini. Responso della sorte: palo.
Pochi fotogrammi e il cinico nemico bianconero, con la complicità di Romeo, trova il vantaggio su rigore. Gli ultimi minuti, compreso il tocco fiacco di Faurlin a zero secondi dal precipizio, risuonano come sinistri titoli di coda di un film scippato del proprio lieto fine. Con l’avversario che esulta calpestando le lacrime del più debole.
Adesso è dura, durissima, ma il sogno è ancora vivo. Già questo è un miracolo. Ancora tre partite, ancora 270’ e le ipotesi lasceranno spazio alla matematica, come sempre Cassazione di quanto raccolto all’interno del rettangolo di gioco nel corso dell’intera stagione. Bisogna dare atto al Palermo, oramai con più d’un piede e mezzo in serie B per colpa degli errori di una società confusa, di averci provato, di aver sfidato con le proprie armi un avversario di assoluto rispetto. La Juventus nuovamente campione d’Italia. E’ andata male, ma i tifosi hanno capito.
La passione e il cuore hanno sancito una tregua con i colori rosanero, da qualche tempo si rema tutti dalla stessa parte, in attesa degli eventi. Il disco rotto delle critiche a Zamparini è stato messo in pausa, nella sala d’attesa del calcio palermitano, simboleggiata dal fragile e allo stesso tempo affascinante stadio “Barbera”, lontano anni luce dai comfort dello Juventus Stadium, si deve smorzare la tensione riproponendo il romanticismo musicale scandito da cori d’incitamento e urla di passione. Dovrà essere così contro l’Udinese. E poi anche contro il Parma. Bisogna provarci sino alla fine. Doverosamente. Forza Palermo.