Palermo, il paradosso del Grande Migliore

Il paradosso del Grande Migliore e i tempi biblici della politica

La Fist Cisl torna ad accendere i riflettori sulla struttura di via Regione siciliana

Sono trascorsi quasi due anni da quando il precedente Consiglio comunale ha deciso di rivedere le determinazioni assunte con la bocciatura dell’atto aggiuntivo alla convenzione urbanistica a suo tempo stipulata tra il Comune di Palermo e la Migliore Spa ma, ad oggi, nulla sembra muoversi.

Nello scorso mese di marzo, era stata convocata apposita seduta consiliare per discutere della questione ma i Consiglieri non si sono potuti esprimere dal momento che non è stato raggiunto il numero legale per dichiarare valida la seduta.

“E’ una situazione che ha del paradossale – commenta Mimma Calabrò, segretario Generale Fist Cisl Sicilia, federazione nata dalla collaborazione tra Fisascat e Felsa –. Non riusciamo a capire la motivazione per cui non venga dato il giusto peso a un tema così importane che coinvolge 269 famiglie palermitane e priva, fra l’altro, la città di Palermo dell’opportunità di un possibile sviluppo. Perché, quando si parla del Grande Migliore, bisogna sempre attendere tempi biblici? Non bisogna dimenticare – aggiunge la sindacalista – che, giorno dopo giorno, aumentano sempre più gli interessi passivi vantati dagli istituti bancari creditori riducendo, conseguentemente, le somme derivate dalla vendita che dovrebbero soddisfare le richieste degli ex dipendenti che, nel tempo, hanno maturato spettanze mai corrisposte, frutto del loro lavoro in azienda. Parliamo di migliaia e migliaia di euro di stipendi mai corrisposti ai 269 lavoratori che, oltre a non avere più alcuna copertura data dagli ammortizzatori sociali, vedono naufragare sempre più la speranza che, attraverso il cospicuo ricavato della vendita dell’immobile, possano recuperare quanto loro dovuto”.

“E’ veramente un peccato – aggiunge Stefano Spitalieri, segretario generale Fisascat Palermo e Trapani – pensare che un immobile di tali dimensioni e con una posizione strategica dal punto di vista commerciale possa perdere la propria appetibilità in quanto, chi potrebbe aggiudicarselo all’asta, dovrebbe ricominciare l’intero iter per la concessione urbanistica.”.

“Non smetteremo mai di accendere i riflettori su questa vertenza che, ancora una volta, è relegata nel più eloquente silenzio. Abbiamo mai interrotto le interlocuzioni con il Curatore Fallimentare, avv. Alberto Marino, del quale registriamo a tutt’oggi disponibilità e collaborazione nel superiore interesse dei lavoratori – conclude Calabrò -. Confidiamo nell’attenzione e nella sensibilità del nuovo Sindaco al quale abbiamo richiesto un urgente incontro per trovare soluzioni che possano essere risolutive per la questione e dare speranza agli ex lavoratori del Grande Migliore. Tutto questo silenzio non fa altro che danneggiare i lavoratori e, più in generale, la città di Palermo”.


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