Il patto elettorale con il boss: "Se uno è devoto a un santo…" - Live Sicilia

Il patto elettorale con il boss: “Se uno è devoto a un santo…”

Registrato un incontro prima delle elezioni comunali a Sciacca

PALERMO – “Lui mi ha detto ‘ci parli'”?, spiegava Rosario Catanzaro il 22 maggio 2022 a Domenico Friscia. Quel giorno i finanzieri intercettarono per la prima volta il patto che il candidato al consiglio comunale di Sciacca Vittorio Di Natale avrebbe siglato con il boss Friscia.

Raccolse poco più di 300 voti con la lista “Le Onde”, ma non bastarono a farsi eleggere. Non ce l’aveva fatta neppure nel 2017 quando ottenne oltre 1.100 voti alle Regionali candidandosi con Forza Italia, partito che poi aveva lasciato.

Catanzaro fu l’intermediario dell’incontro. Sono stati tutti arrestati nel blitz della guardia di finanza.

“Io gli ho detto quando ci sei tu lo chiamo”, aggiungeva Catanzaro. Il telefono di Friscia era intercettato e l’incontro con Di Natale è stato registrato. L’uomo tornato in carcere con l’accusa di avere preso il potere nella famiglia mafiosa di Sciacca dimostrava una certa esperienza: “Ora le cose sono cambiate una volta sai cosa si faceva… il presidente dove si vota… le schede… io ci andavo tu porti quella io porto quella e gli davo 50.000 lire… la scheda io parlo, quando c’era la lira… qua ci sono dieci milioni così si faceva. La sera si cambiavano le schede… ottocento, novecento voti un consigliere… hai capito che potenza”.

Di Natale mostrava di gradire il ragionamento: “Io spero nella maniera più assoluta di portare cose belle per quelle che sono le esigenze della comunità… speriamo che questo percorso dura una vita io sarò a disposizione”.

Friscia condivideva “perché se uno è devoto a un santo poi il santo un anno ci facciamo una statua un anno lo portiamo addosso”.

Bisognava fidelizzare gli elettori con la logica dei favori. Si sistemava una pratica e “poi uno ci va a bussare ‘ma tu ti ricordi che se non era per me sta cosa tu non l’avevi’. E allora pure ti mando i miei voti, io se ti dico ti porto 20 voti tu quando sali mi dici lì dove mi hanno votato e io ti dico tale sezione”.

Infine le frasi che secondo la procura di Palermo rappresentano la sigla del patto. Di Natale: “Poi è compito mio fare bella figura con voi”. E Friscia cristallizzava il do ut des: “Intanto la bella figura la dobbiamo fare noi”.


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