Il Pd, Crocetta, Orlando | E quel 'no' di Caleca - Live Sicilia

Il Pd, Crocetta, Orlando | E quel ‘no’ di Caleca

Pippo Russo
di
2 min di lettura

Forse dalle parti della politica, più propriamente della cosiddetta “società civile” che con la politica ha avuto in qualche modo a che fare, spesso in modo indecentemente complice, un po’ di coerenza esiste ancora. Il Pd siciliano, in cerca di personalità da contrapporre a Leoluca Orlando nella corsa alla poltrona di sindaco di Palermo, ha tentato di convincere l’avvocato Nino Caleca ad accettare più l’onere che l’onore di sfidare il Professore alle imminenti elezioni amministrative.

Evidentemente i notabili piddini, responsabili del sostegno ininterrotto ai fallimentari governi di Rosario Crocetta, hanno memoria corta e hanno dimenticato, o fatto finta di dimenticare, che Nino Caleca è stato assessore all’Agricoltura in una di delle quattro giunte regionali che si sono succedute e che si è dimesso dalla carica, nel giugno 2015, con una lettera abbastanza dura, durissima. Lettera che avrebbe dovuto fare sobbalzare i dirigenti e deputati regionali del Pd. Da mettere in allarme, per la verità, anche Matteo Renzi e la sua corte romana.

Naturalmente non accadde nulla, come nulla accadde all’indomani delle altrettanto taglienti dimissioni di Lucia Borsellino. Scriveva Caleca nella nota di dimissioni inviata al presidente Crocetta, subito dopo la nomina ad assessore degli Enti Locali di Giovanni Pistorio, ex assessore del governo Cuffaro ed ex fedelissimo di Raffaele Lombardo: “Continuo a sognare una politica nuova, pulita e trasparente per la Sicilia, non ci rinuncio. Avverto un totale senso di estraneità di fronte a incomprensibili ritorni al passato. Le mie dimissioni sono irrevocabili e con effetto immediato. Presidente, ti voglio bene”. Una sberla in faccia avrebbe fatto meno male. Abbastanza chiari i destinatari del j’accuse dell’avvocato palermitano tra cui ovviamente, in prima fila, c’era il Pd alla testa delle forze di maggioranza pro-crocettiana, co-autori di rimpasti e rimpastini piuttosto disinvolti. Già, Raciti, Faraone, Cracolici, Miceli e compagnia bella avevano dimenticato questo dettaglio. Nino Caleca no e ha garbatamente, ma risolutamente, declinato l’invito.

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