"Il Pd? Una vecchia Dc|Lupo deve dimettersi" - Live Sicilia

“Il Pd? Una vecchia Dc|Lupo deve dimettersi”

Ninni Terminelli, candidato a Palermo nel Pd, ha preso 1.200 voti ma non è entrato a Sala delle Lapidi. La colpa? "Una legge elettorale che non rispetta la democrazia". Attacca frontalmente il partito chiedendo le dimissioni di Lupo e Di Girolamo e si dice pronto a creare una nuova corrente: "Prospettiva sinistra".

Palermo 2012, parla Terminelli
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“Non sono stato eletto, ma non mi sento sconfitto”. A dirlo è Ninni Terminelli nell’aula Rostagno di Palazzo delle Aquile questa mattina in una conferenza stampa ritenuta “necessaria e doverosa”.

“Non sono entrato in consiglio comunale pur avendo preso 1.200 voti. Ventinove eletti su trenta della maggioranza hanno un numero di voti inferiore. Trentasei consiglieri comunali su cinquanta eletti di tutte le liste hanno meno di me” dice Terminelli deluso dal risultato. La colpa? Una legge elettorale “iniqua che non rispetta la democrazia, il diritto di rappresentanza e di scelta”.

Non mancano i complimenti al nuovo sindaco di Palermo ma Terminelli, subito dopo, passa all’attacco: “A perdere non sono io, ma il Pd, il mio partito che passa a Palermo da dieci a tre seggi sempre che non diventino due se il Movimento Cinque stelle dovesse conquistare quel 5 per cento a cui è vicinissimo”.

Un Pd definito ormai “una vecchia e brutta Dc, un coordinamento di comitati elettorali di natura feudale”. Terminelli chiede a gran voce le dimissioni del segretario regionale Lupo e del segretario provinciale Di Girolamo: “Hanno portato il partito provinciale al 7 per cento. Dovrebbero andare via in elicottero non a piedi. Con quale dignità politica possono ancora parlare a nome del partito”?

Ed ecco l’aneddoto definito ‘scandaloso’: “Mentre il Pd passava da dieci a tre seggi consumando la sconfitta politica più epocale in questa terra, il segretario regionale Lupo inviava un sms in cui invitava al brindisi di festeggiamento della sua candidata eletta in consiglio comunale dicendo: ‘Abbiamo vinto’. Ha dimenticato forse che il segretario regionale non è un capo corrente”.

E continua a snocciolare i dati: “Ventisei candidati su cinquanta del Pd sono sotto i cento voti. Due candidati hanno preso zero voti, un candidato un voto. È una vergogna ed è questo che incide nel risultato finale”. Palermo sacrificata sull’altare della politica regionale, secondo Terminelli: “Palermo poteva essere per noi una grande occasione di rilancio se solo fosse stata considerata l’obiettivo e non uno strumento per la conquista della dimensione regionale del partito”.

Ma un rimpianto ce l’ha. “Non mi pento del percorso compiuto, ma se tornassi indietro avrei fatto le primarie per rappresentare un pensiero che in questa città c’è. Fabrizio Ferrandelli era partito con un polo civico suggestivo che trasmetteva tanto alla nostra città, ma ha perso consensi e appeal quando è rimasto imbrigliato nella logica dei partiti”.

Nessun tentativo di mediazione sulla direzione regionale del Pd di domenica: “Lo dico fin da adesso – incalza Terminelli – Se si andrà a un compromesso che dovesse vedere la nascita di un quadriumvirato nel quale dovesse permanere la presenza del segretario Lupo io voterò contro anche se dovessi rimanere da solo. Lupo deve andare a casa, non ci sono mediazioni. Non deve scattare la voglia di tregua per salvare le poltrone di chi si candiderà alle regionali”.

Ma non lascia il partito e lancia il suo progetto: “Mi batterò per costruire una sinistra nel e del Pd”. Rivolge accoratamente per questo un appello agli ex diessini palermitani e siciliani: “Dobbiamo ricostruire la dimensione di una sinistra, chiamare a una svolta, smantellare gli apparati”. In campo nazionale esiste l’esperienza di “Laboratorio Politico” , “a cui intendo dare la mia disponibilità a collaborare” ha aggiunto.

L’8 giugno verrà presentato l’evoluzione dell’associazione “Prospettiva democratica” nata un anno e mezzo fa, per dare vita a “Prospettiva sinistra”, un movimento di opinione politico-culturale che agirà “sui temi della città, sarà uno strumento di lievito culturale”. Già ricevute importanti adesioni dal mondo degli intellettuali palermitani e dall’impresa.

Aveva detto durante la campagna elettorale che questa sarebbe stata l’ultima candidatura a Sala delle Lapidi, ma a margine dell’incontro dice: “Pensavo di chiudere così un ciclo dell’impegno politico ma la modalità dell’esito elettorale mi porta a dire che non accetto che finisca così. Mi ricandiderò a Sala delle Lapidi”.


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