Il Pdl attacca: "Il bilancio è scorretto" | Savona: "Sanità, negoziamo con lo Stato" - Live Sicilia

Il Pdl attacca: “Il bilancio è scorretto” | Savona: “Sanità, negoziamo con lo Stato”

I deputati in commissione Bilancio
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Hanno ascoltato gli interventi dei giudici della Corte dei conti. Poi hanno preso la parola, uno per volta, per dire la propria sul bilancio e sulla Finanziaria che presto verranno discusse all’Ars. I deputati della commissione bilancio hanno rispecchiato pienamente le divisioni esistenti in Assemblea, con gli esponenti del Pdl che hanno attaccato, parlando di “bilancio scorretto”, e quelli dell’opposizione a gettare acqua sul fuoco, con gli interventi di Antonello Cracolici (“i siciliani sono spesso i peggiori promotori di se stessi”) e di Nino Dina (“il parlamento dovrebbe mettere da parte gli schieramenti e ragionare con responsabilità”).

Ma la gravità della situazione illustrata in audizione dai magistrati contabili è tutta nelle parole del presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona: “Nel corso dell’audizione – ha detto – la magistratura contabile ha sollevato diverse criticità finanziarie che riguardano la Regione siciliana, rispetto alle quali credo che occorra, un primo luogo,  un confronto urgente con lo Stato sul problema della compartecipazione della Sicilia al debito sanitario. Le parti più difficili del bilancio – ha aggiunto – sono i capitoli sulla compartecipazione alla spesa sanitaria e l’indebitamento che affronta la Sicilia, per circa 550 milioni di euro. Li esamineremo a fondo nei prossimi giorni. Le proposte che sono state sollevate questa mattina dalla Corte – ha concluso – saranno approfondite, affinché possano trovarsi efficaci e rapide soluzioni”.

Ma l’opposizione attacca: “Il bilancio è scorretto! – ha dichiarato il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini – Ora lo ha ufficializzato la Corte dei Conti e noi lo dicevamo già da tempo. Le entrate – ha aggiunto – continuano a esser fatte di voci che, in pratica, non sono altro che lettera morta, a partire dalle dismissioni annunciate e mai attuate a continuare per i fondi comunitari: due miliardi impegnati a fronte dei 14 stanziati dall’Ue. E anche questi due miliardi con ritardo nei bandi. Tutto ciò non potrà che compromettere la possibilità di mantenere gli stanziamenti per la Sicilia. Le voci di uscita, tengono comunque in scarsissima considerazione dei punti cardini quali l’agricoltura, la formazione, la sanità e il sistema dello smaltimento dei rifiuti. Un ultimo appunto – ha concluso Leontini – Mentre in passato aderire alle indicazioni della Corte dei Conti ha significato esser cacciati via dalla maggioranza, per anatema governatoriale, oggi, dall’opposizione, confortati da una ragione confermata, siamo pronti a lavorare serenamente perché si possa dotare quest’Isola di documenti finanziari ed economici di rilievo e realmente utili”.
Sul nodo della compartecipazione al fondo della sanità, poi, i deputati azzurri hanno scartato qualsiasi rinegoziazione col governo nazionale: “Per noi ormai – ha detto Nino D’Asero – è una spesa obbligatoria”. “Abbiamo già confermato – ha confermato Fabio Mancuso – il nostro impegno a partecipare al 49,11%”.

“Dalle parole dei giudici contabili – ha detto il vicepresidente dell’Ars Santi Formica – si evince una mancanza, da parte del governo regionale, di una reale consapevolezza della crisi in atto. La gestione dei rifiuti è solo un esempio: fin dalla scorsa legislatura si era pensato di abolire gli Ato, visto che si sapeva bene che questi costavano un milione di euro al giorno. E dal 2008 a oggi, infatti, si è formato esattamente un buco da un miliardo”.

“La Regione siciliana – ha replicato il capogruppo del Pd Antonello Cracolici – non è certamente la più indebitata d’Italia. E su quel debito incide fortemente il mutuo acceso dalla Regione per il piano di rientro della Sanità. Dobbiamo evitare – ha aggiunto – di attribuire alla Sicilia colpe e pesi che non le spettano”.

A fare da paciere, Nino Dina dell’Udc, che ha invitato i colleghi deputati ad abbandonare il “gioco delle parti e provare, tutti insieme, a inserire, nonostante sia una cosa assai difficile, nei documenti finanziari anche qualche riforma strutturale. In questa fase delicata – ha precisato – dobbiamo dimostrare maggiore responsabilità e accantonare il populismo”. Anche perché, aggiunge il deputato centrista, “oggi c’è il rischio concreto che certi provvedimenti si trasformino in vera macelleria sociale. Penso, ad esempio, – ha aggiunto – allo spostamento del capitolo Formazione interamente sui fondi europei. La Corte dei conti dice che va bene, perché il bilancio viene alleggerito. Ma questo, per le persone, si tradurrà nell’abolizione di alcuni strumenti previsti dalla legge regionale 24 del ’76, come il diritto alla malattia o alla maternità. Dobbiamo riflettere con molta attenzione”.


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