Il Presidente in Agrodolce - Live Sicilia

Il Presidente in Agrodolce

Continua tra i lettori il dibattito avviato da Livesicilia su Zamparini. Oggi pubblichiamo il commento di Carlo Ferlisi. Chi volesse partecipare può scrivere, con nome e cognome, a redazione@livesicilia.it. La mail deve avere il titolo "Zamparini".
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di CARLO FERLISI Il calciomercato impazza, acquisti e vendite, campioni che vanno e vengono, ma a Palermo si parla soltanto di lui. Il Presidente. Sicuramente è uno che fa notizia, che determina gli umori della piazza, a prescindere dalla vera e propria campagna acquisti/cessioni. La questione Pastore, per il tifoso, più che un’operazione di mercato, è l’occasione per esternare i malumori nei confronti del “friulano”, il “colonizzatore”, “l’affarista”, il “dittatore”, che ha fatto del Palermo il suo “supermarket”. Accatta e vinni. Per molti fa solo questo. E incassa alla faccia dei palermitani che spendono i loro soldi per gli abbonamenti. Una squadra senza progetto e una società senza obiettivi, questa è la voce dei contestatori.

Della sua proverbiale “vastasaggine”, data dal suo carattere burbero e scontroso, non rimane che nulla più da dire; questo “buco nero” del suo carattere, lo rende attaccabile da chi, prima che per meriti sportivi, reputa prioritaria la sua attività “galateista” in ossequio ai princìpi della buona educazione. E sotto questo aspetto si sfonda una porta aperta, anzi un portone. La cosa che più mi fa sorridere da un lato, ma mi deprime dall’altro, è che il popolo siciliano e palermitano nella fattispecie, nella storia dei secoli, è stato sempre colonizzato, invaso, dominato, ma i popoli che si sono succeduti in queste dominazioni, hanno lasciato di buono testimonianze incomparabili di architettura, per esempio, delle quali ancora oggi la terra di Sicilia beneficia.

Il Presidente del Palermo, oggi, viene visto come un conquistatore, che ha invaso la Sicilia, che si è appropriato della nostra città, in particolare della nostra squadra, distruggendo i sogni degli sportivi e strappando loro gli affetti più cari. E qui sempre la storia ci insegna che lo straniero, chiunque esso sia e qualunque sia la sua reale missione, al di là di meriti o demeriti, deve essere cacciato. Così, dopo qualche anno di silenzio e di sopportazione, il popolo si ribella e parte la crociata. Io credo che anche lui, “il mercante di Venezia” , abbia già lasciato incomparabili testimonianze sportive che, sempre a mio modesto parere, rimarranno indelebili nella mente dei tifosi e nella storia della società.

Una squadra senza progetto ed una società senza obiettivi. Questa è la frase ricorrente nelle strade e nei bar di Palermo. Questa è “la voce” del tifoso scontento. Ma la mia domanda è questa: stare da otto anni in serie A, essere sempre tra i primi 6/7 posti della classifica, avere partecipato alla Europa League in più occasioni, avere disputato una finale di Coppa Italia, avere dato alla Nazionale maggiore una decina di calciatori, alcuni dei quali diventati campioni del mondo, avere in squadra nazionali stranieri, avere vinto uno scudetto Primavera, avere avuto fior di campioni da Toni a Corini, da Barzagli a Zauli, da Amauri a Cavani, avere in rosa Miccoli, Hernandez, Ilicic, Bovo, Balzaretti, Nocerino, Sirigu, Cassani, Pinilla, cioè calciatori che fino a 10 anni fa i palermitani vedevano solo nelle figurine Panini, io mi chiedo, ma tutto questo, come si chiama?


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