Francesco La Rocca è il primo dirigente del comune di Palermo ad essere licenziato. Ma non solo. Nessuno prima di lui, infatti, è stato licenziato per ben due volte.
La Rocca era il responsabile del servizio Infrastrutture per la mobilità del settore Opere pubbliche quando venne accusato di concussione. Il 3 novembre 2011 viene arrestato. Sarebbero stati 12 mila euro chiesti a due imprenditori nel 2009 ad incastrarlo. Niente contanti, ma assegni. Assegni giustificati con l’assunzione a consulente del figlio Giacomo, successivamente arrestato, anche lui, ma con l’accusa di riciclaggio.
Sospeso dal servizio il giorno del suo arresto, il primo decreto dirigenziale di licenziamento arriva il sette maggio scorso, dopo che il Collegio di disciplina si era pronunciato alla fine di aprile. Il dirigente coordinatore Antonino Mercurio firma il decreto che “procede al recesso per giusta causa senza preavviso”. Nella delibera si fa riferimento a come La Rocca avesse “abusato della sua qualità e dei suoi poteri, prospettando agli amministratori della società Data Comm. Management srl, inesistenti irregolarità e pretestuosi ostacoli per ottenere le richieste autorizzazioni all’allacciamento alle reti idrico-fognaria per la trasmissione dati e fonia, necessarie per ottenere l’agibilità dei locali assegnati”. La Rocca avrebbe promesso, cioè, di velocizzare le pratiche burocratiche, in cambio di denaro.
Poi, il secondo licenziamento. A decretarlo è stato il funzionario amministrativo Paolo Forte, responsabile della Gestione dei procedimenti disciplinari, dei permessi e distacchi sindacali relativi ai dipendenti comunali e Coime, che risale allo scorso due agosto. Il provvedimento è stato preso in seguito a una nota del presidente del Collegio di disciplina per la dirigenza, in cui si “contestava numerose e gravi infrazioni relative ad alcune pratiche dell’ex dirigente tecnico ing F. L.R.”.
Ma come è possibile licenziare un dipendente due volte? A giustificare l’atto è stata una sentenza della Cassazione Civile, che risale al 20 gennaio del 2011. Nei confronti di un dipendente, “il datore di lavoro… può legittimamente intimargli un secondo licenziamento – dicono i giudici – fondato su una diversa causa o motivo, restando quest’ultimo del tutto autonomo e distinto rispetto al primo”. E ancora: il secondo licenziamento avrà effetto solo “nel caso in cui venga riconosciuto invalido o inefficace il precedente”. Nel caso in cui, per intenderci, La Rocca vincesse un eventuale ricorso contro il primo licenziamento, il secondo entrerebbe in vigore, lasciandolo comunque fuori dalle porte degli uffici comunali.
Francesco La Rocca non ha mai presentato una memoria difensiva. Non lo ha fatto di fronte al secondo provvedimento di licenziamento e non lo fece per il primo. Il 28 febbraio dell’anno scorso Giancarlo Greco, avvocato di Francesco La Rocca, infatti, aveva chiesto per la seconda volta di spostare il termine di consegna delle memorie difensive, “al fine di acquisire il nuovo provvedimento del Tribunale per il riesame adito”.
Un secondo rinvio che è stato respinto, perché per legge, “il differimento può essere disposto per una sola volta nel corso del procedimento”. A far presente il limite posto per legge è stato il responsabile dell’ufficio Progressione carriera e disciplina, sotto il settore Risorse Umane, nominato da Diego Cammarata. Era Alfedo Milani, a suo tempo vicino al licenziamento per una tangente e una condanna patteggiata. E perdonato dal sindaco Orlando.