Il principe Alberto è palermitano | Prenda la residenza e vedrà... - Live Sicilia

Il principe Alberto è palermitano | Prenda la residenza e vedrà…

Così Alberto di Monaco vedrà il rinascimento, ma anche la munnizza. E tutto il resto...

Non possiamo che essere orgogliosi del nuovo cittadino onorario di Palermo: il principe Alberto di Monaco che ha ricevuto il titolo dalle mani del sindaco, Leoluca Orlando. Egli va ad aggiungersi a una nutrita schiera di personaggi – dal Dalai Lama a Richard Gere, per citarne alcuni – che sono vanto e letizia per noi cittadini semplici. Oltretutto, il principe Alberto ci è sempre stato simpatico, per quel nonsoché di fiabesco che lo accompagna, venendo egli da un Principato che è reame di principi e principesse. In tutto questo risplendere di fasce tricolori e teste coronate, vorremmo dunque avanzare un’umile richiesta, quasi una supplica, a Sua Altezza: perché non viene ad abitare a Palermo? Così, per vedere l’effetto che fa.

Sarebbe – perbacco! – un magnifico testimonial. Oltretutto, la residenza gli risulterebbe istruttiva per cogliere l’essenza della comunità che lo ha eletto suo gradito ospite. Non osiamo pensare che arriverebbe a pasteggiare a pane e panelle, con annessa ‘azzosa’… però, il principe, si troverebbe da re. Apprezzerebbe il profondo cambiamento culturale di una città che non è più capitale della mafia – chi può negarlo? – perché ha intrapreso un percorso di redenzione. E, sicuramente, ammirerebbe il fulgore del rinato Teatro Massimo, gli sforzi per agganciare la bellezza, le frotte variopinte di turisti, la sistemazione, in favore di luce, di un centro storico che era dimora dell’ombra.

Certo, poi gli toccherebbe sorbirsi pure il resto. Essendo, un uomo di spirito arguto e di buongusto, magari, potrebbe riversare lo sgomento in spettacolare folclore: lo stratagemma che usiamo da anni noi, semplicissimi cittadini, come contravveleno alla disperazione.

Vedrebbe, il Principe, certi graziosissmi manufatti di munnizza che resistono a ogni rivoluzione, proponendo insieme un’esperienza visiva e olfattiva di gran pregio, nel segno della più avvertita avanguardia che coinvolge tutti i sensi del fruitore, non solo una porzione.

Vedrebbe, il Principe, il mitico ‘ciaffico’ tentacolare – a proposito: a quando la cittadinanza onoraria allo zio di Johnny Stecchino? – con i suoi cangianti riverberi, con le sue installazioni minimali, con le sue bestemmie da competizione.

Vedrebbe, il Principe, la borgata marinara di Mondello, con i suoi marciapiedi dai rilievi diseguali, con i suoi alberi paradossali e spogli, con le sue sporcizie, con le sue foglie secche mai spazzate, col suo mare color dell’urina.

Vedrebbe, il Principe, i palermitani delle periferie immiseriti dagli stenti e della mancanza di speranza. Li vedrebbe, mentre vagano, in un paesaggio post-bellico, dentro una strada che non ha via d’uscite.

Vedrebbe, il Principe, i poveri di Palermo che si contendono molliche di sussistenza tra i cassonetti e che possono confidare soltanto nella carità, ormai mancando la giustizia.

Vedrebbe, il Principe, che questa città meravigliosa, misera, ridondante e stracciata in realtà ha una faccia doppia, per non dire multipla. Una, nuda, che mostra decadenza, agra cronaca della magrezza, orrore. Una, rinascimentale, regno di mirabilie e portenti. Soprattutto nelle parole di chi la racconta così.

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