Il processo breve e le altre riforme che si stanno delineando in materia di giustizia “sono medicine peggiori del male”, rappresentato dai tempi troppo lunghi dei processi. Questo il giudizio del procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, presente all’assemblea organizzata dall’Anm sul problema dei vuoti di organico nelle procure. ”Occorre una maggiore attenzione agli interessi dei cittadini comuni, non di quelli più uguali degli altri” dice il magistrato che invita ad avere ”ben presenti le parole spesso inascoltate del Capo dello Stato: ci vuole rispetto reciproco e bisogna andare incontro alle richieste dei cittadini”. In particolare, secondo il procuratore aggiunto di Palermo, il processo breve pone dei termini di durata ”insostenibili” e il risultato sarà che ”molti procedimenti finiranno senza una sentenza di merito”. Per il pm siciliano l’unica soluzione possibile al ”male grave della giustizia” è dotarla di uomini, mezzi e fondi”. E invece, fa notare, ”con le carenze di organico negli uffici di Procura (solo a Palermo la scopertura è pari quasi al 30%) diventa difficile assicurare giustizia in tempi ragionevoli ai cittadini”.
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