Il "putiaro" ribelle dello Zen | Sparò contro la casa del boss - Live Sicilia

Il “putiaro” ribelle dello Zen | Sparò contro la casa del boss

I fori dei colpi di pistola contro il garage di Vincenzo Maranzano

Il retroscena del blitz che ha colpito i mandamenti di Resuttana e San Lorenzo.

Palermo - mafia
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2 min di lettura

PALERMO – Non è mai stato identificato. Si sa solo che quando gli bruciarono il furgone impugnò una pistola e sparò contro l’abitazione di Vincenzo Maranzano, colui che gli aveva chiesto il pizzo. È un retroscena del blitz che nei giorni scorsi ha colpito i mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo, che include la famiglia mafiosa dello Zen.

Ed è proprio allo Zen che le faccende si discutono a pistolettate. Dall’inchiesta emerge la ribellione di un piccolo commerciante. Quasi certamente un abusivo. Una ribellione che si manifesta con gli stessi metodi violenti dei boss.

Maranzano per un periodo è stato incaricato da Sergio Macaluso, pure lui coinvolto nel blitz, di gestire gli affari sporchi nel quartiere periferico della città. La sua posizione era subalterna a quella di Massimiliano Vattiato che alla fine restò da solo. I metodi di Maranzano, infatti, non piacevano.

Maranzano, 45 anni, è in carcere dallo scorso maggio. Sarebbe stato lui a fare fuoco nell’ottobre 2016 contro Khemais Lausgi, tunisino di origini ma palermitano di nascita, colpito al torace, al braccio e al gluteo. Alla base del tanto omicidio ci sarebbe una guerra fra bande per lo spaccio di droga.

Il comportamento di Maranzano aveva creato malumori. Lo definivano un “folle di catena”. La goccia che fece traboccare il vaso fu la vicenda estorsiva ai danni di un putiaro che godeva di amicizie e protezione a Ballarò. E così si era rifiutato di pagare il pizzo. Maranzano ricostruiva la vicenda: “… fu il putiaro la dietro che loro gli mandano… non gliene ha dati e gli ha dato fuoco al furgone Vicè questo scimunito, ha dato fuoco al furgone… neanche dopo una settimana sono andati a sparare nella porta, sicuramente sono stati questi… lui pensa che sono stati questi… perché lui… la putia è a cento metri da casa sua, gli domanda i soldi, quello gli dice no e lui gli va a bruciare il furgone… lui ha fatto il cornuto e dopo due giorni gli hanno bruciato il furgone, lo hanno capito che è stato lui, che c’era andato cercando i soldi… di dare qualcosa… ora quelli si sono gonfiati la m… e gli sono andati a sparare sicuramente nella porta… un sette e sessantacinque, calibro nove”.

Mentre Macaluso andava in giro allo Zen gli si avvicinò il figlio del commerciante. Pretendeva rispetto. “Perché se lei mi dice a questo minuto lo puoi ammazzare, io prendo il ferro e gli vado a sparare davanti a tutti… ma lui gli deve domandare scusa a mio padre… lui gli deve domandare scusa”.


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