Il rettorato di Catania occupato: "Vi racconto cosa è successo"

Il rettorato di Catania occupato: “Vi racconto cosa è successo”

Riceviamo da Salvatore Litrico (Dc)
LA TESTIMONIANZA
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CATANIA – Ieri pomeriggio ho assistito a una forma di violenza contro la democrazia davvero raccapricciante che, nella mia qualità di responsabile provinciale di Catania del Dipartimento Giustizia della DC, avverto il dovere morale di denunziare.

Avrei voluto prendere parte al convegno dal titolo “La disforia di genere nei minori e la carriera “alias” negli istituti scolastici: questioni mediche, giuridiche e antropologiche” che si sarebbe dovuto tenere oggi pomeriggio e domani mattina nell’aula magna del Rettorato con la partecipazione di illustri relatori (docenti universitari di Filosofia morale, di Pediatria generale, di Endocrinologia. Professionisti operanti negli ambiti della Psicologia clinica e della Psichiatria).

Ma purtroppo la presenza massiccia e ben organizzata di una sessantina di persone (alcuni ragazzi e molti no) ne hanno impedito l’inizio, occupando nel vero senso del termine l’aula magna, salendo sulle poltrone e sbandierando striscioni con slogan ostili ed intonando cori da stadio contro i relatori, le associazioni che avevano organizzato il convegno, dando dei fascisti agli uni ed alle altre e persino contestando la presenza dell’Arcivescovo, invitato per i saluti, e qualche sacerdote anch’egli presente; insomma dando chiara ed evidente dimostrazione, con il loro comportamento, di cosa volessero intendere apostrofandoli come fascisti!

Dopo circa due ore di inutili tentativi di richiamo a toni civili e proposte di confronto, “furti” di microfoni per leggere dichiarazioni contro i relatori e le associazioni promotrici dell’evento, nella disarmante inerzia dell’Istituzione (l’Università) che ospitava il convegno, lo stesso è stato sospeso e l’aula magna lasciata all’occupazione dei contestatori che hanno poi esposto le loro lenzuola anche fuori dalle finestre che affacciano su piazza Università.

“Infiltrato” tra contestatori ho provato a spiegare loro che, a prescindere dalle contrapposte posizioni, non è condivisibile nessuna forma che impedisca di esprimerle in quanto già di per sé un simile comportamento contraddice quegli ideali di libertà in nome dei quali si avvia la contestazione, ma nessuno dei miei interlocutori sembrava interessato e anzi mi è stato candidamente confessato che il loro intento era boicottare il convegno e che erano felici di esservi riusciti.

Dal che ho concluso che i veri fascisti sono quelli che accusano gli altri di esserlo, che la democrazia è nelle mani dei (veri) fascisti, che le Istituzioni continuano a tollerare, se non a provocare o rendere possibile, di essere calpestate e strumentalizzate per dare voce a chi, in fin dei conti, rimane pur sempre una sparuta minoranza che tuttavia si erge a maggioranza a causa della solita assenza di chi la pensa diversamente.

Ennesimo fallimento della democrazia, dunque, che deve indurre tutti a delle riflessioni sulle iniziative da assumere per evitare queste assurde forme di affermazione delle ideologie, per prevenire e contrastare queste inaccettabili forme di violenza (già da ieri in qualche Ateneo circolavano manifesti di incoraggiamento a “far rumore”) e promuovere, al contrario, spazi e momenti di confronto vero in cui imparare a dialogare ed a comprendere il significato di termini e valori come “diritti” e “libertà” che ai giovani (e meno giovani) contestatori di oggi pomeriggio certamente sfuggono, passando dall’imporre la propria posizione al proporla.

Il tutto nella speranza che in un futuro non troppo lontano chi, come me, voglia prendere parte ad un convegno, possa farlo, vedendo riconosciuta e tutelata la sua libera scelta di ascoltare i relatori invitati e confidando nel fatto che Chi lo ospita ne garantisca il regolare svolgimento.


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