Il riciclaggio targato Pd - Live Sicilia

Il riciclaggio targato Pd

L’accordo innaturale tra il Pd, l’Udc e l’Ncd, coinvolgendo il Pdr e Sicilia Democratica, pone problemi seri a chi aveva sperato che l’avvento di Matteo Renzi, nella funzione di segretario nazionale del primo partito italiano, ponesse le condizioni perché il “rinnovamento” della politica raggiungesse lo Stretto e, quindi, la Sicilia.

Mentre è in pieno svolgimento, a Palermo, la Festa dell’Unità del Mezzogiorno, con l’imbarazzante slogan “Il Sud decolla” che, al di là delle intenzioni, sa tanto di burla, nella realtà politica siciliana c’è ben poco da festeggiare. A nulla, infatti, sono valsi i numerosi appelli lanciati al Pd, anche da chi scrive, per inaugurare in Sicilia una stagione politica di rottura rispetto a metodi e personaggi da dimenticare. Al contrario, la Sicilia si conferma il luogo del perenne consociativismo di antica memoria. Un pantano maleodorante dove non esistono distinzioni tra passato e futuro, tra chi sta da una parte e chi dall’altra, tra buona e cattiva politica, tra mafia e antimafia. Dove, in definitiva, gli schieramenti sovente sono apparenti e le differenze ostentate, non solo in politica sia chiaro, si rivelano tristemente false.

L’accordo innaturale – ma innaturale fino a che punto, viene ora da chiedersi – tra il Pd, l’Udc e l’Ncd, coinvolgendo il Pdr e Sicilia Democratica, pone problemi seri a chi aveva sperato che l’avvento di Matteo Renzi, nella funzione di segretario nazionale del primo partito italiano, ponesse le condizioni perché il “rinnovamento” della politica, da lui annunciato, mai tanto necessario quanto nella patria del Gattopardo, raggiungesse lo Stretto e, quindi, la Sicilia. A leggere i fatti, ahimè, non è così. Anzi, non v’è dubbio che la spregiudicata operazione di riciclaggio posta in essere in queste settimane con la regia del Pd – in Sicilia si chiama operazione di riciclaggio, a Roma forse le condizioni sono diverse – imbarcando cuffariani, lombardiani e muta-casacca di professione nella nave renziana dei vincitori, abbia ricevuto la benedizione dei piani alti del Nazareno, sede nazionale dei democratici. In cambio di una poltigliosa sommatoria di voti. Errore esiziale e fatale miopia che sacrifica all’altare pagano del potere ad ogni costo, della spartizione delle poltrone, e del salvataggio di coloro che hanno trascinato la Sicilia nel baratro buio e gelido in cui si ritrova, la legittima aspettativa al cambiamento di moltissimi siciliani ormai irrimediabilmente sfiduciati. Il tragicomico della situazione, sintomo dell’infima considerazione che certi baroni locali “acchiappavoti” hanno dell’intelligenza e della morale di fette dell’elettorato, giudicate, purtroppo non a torto, facili prede di promesse e offerte di favori, sta nello sfacciato tentativo di fare passare manovre di bassa bottega, peraltro in soccorso di un governo regionale assolutamente inadeguato che si esibirà, con l’ennesimo rimpasto, nella sua quarta edizione, quali contributi disinteressati e necessari per la soluzione dei drammatici problemi dell’Isola.

Gli stessi di prima, i responsabili del disastro, dopo tre inutili e dannosi anni di legislatura, dovrebbero ora risolvere i drammatici problemi dell’Isola? Vi immaginate il lupo malvagio della favola di Cappuccetto Rosso che si fa garante della sicurezza dei bambini che attraversano il bosco e dell’assistenza domiciliare alle nonnine sole? Ecco, preciso; chi volete che ci creda? In verità, lo sappiamo fin d’adesso, non cambierà niente e lo scenario ai nostri occhi si rivelerà presto, nella crescente frenesia delle elezioni in avvicinamento, ancora più agghiacciante. Quando in politica è irrilevante la storia personale di ognuno; quando è irrilevante il profilo etico degli uomini (e delle donne) e della loro azione sul campo; quando sono irrilevanti le cose che hai fatto o non hai fatto; quando è irrilevante con chi ti sei accompagnato e il posto che la legalità ha nella tua scala dei valori; quando è irrilevante se hai lavorato per il bene comune o esclusivamente per te, per il tuo gruppo di amici, per il tuo partito, per la tua corrente, beh, vuol dire che siamo dinanzi alla peggiore politica possibile. Quella del triste baratto tra mercanti senz’anima, mentre la gente soffre smarrita. Quella che tradisce e uccide i diritti e la speranza di una terra intera e delle sue nuove generazioni. Soccorre un passaggio del recente discorso di Papa Francesco ai membri del Congresso degli Stati Uniti d’America: “Voi siete chiamati a salvaguardare e garantire la dignità dei vostri concittadini nell’instancabile ed esigente perseguimento del bene comune, che è il fine di ogni politica”. Parole alte, che impongono alla classe politica siciliana un esame di coscienza.

 


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