Il ricordo di Pio La Torre all'Ars | Miccichè: "Qui, è la prima volta" - Live Sicilia

Il ricordo di Pio La Torre all’Ars | Miccichè: “Qui, è la prima volta”

La cerimonia con le autorità e gli studenti. Lo Monaco: "Bisogna configgere le nuove mafie"

PALAZZO DEI NORMANNI
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PALERMO – “Oggi è un giorno particolare: è la prima volta, dopo 37 anni, che una commemorazione così importante di Pio La Torre e Rosario Di Salvo si svolge nella sede dell’Ars. Prima questo era un posto da evitare perché era il luogo della politica siciliana, quindi dei buoni ma anche dei cattivi”. A sottolineare la straordinarietà dell’evento è stato Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, nel suo intervento per la cerimonia di commemorazione dell’anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo che si è svolta al cortile Maqueda di Palazzo dei Normanni. “Questo era il luogo della negatività – ha proseguito Miccichè -, qui si annidava la mafia. Non so se era così ai tempi, in parte lo era. Oggi, però, il fatto che questa manifestazione si svolga qui vuol dire che le istituzioni non sono più nemiche da combattere. Siete qui perché l’Istituzione non è più complice. C’è la coscienza che c’è del malaffare nelle istituzioni ma è solo una parte marginale. Altrimenti non sareste venuti. Questo significa – ha concluso – che la politica inizia a lanciare un segnale di cambiamento”.

La mattinata dedicata a Pio La Torre è iniziata con le parole degli studenti di alcune scuole, di Palermo, Ostia e Mantova.  “La mafia – è il racconto di Marco, di Ostia -, è penetrata nella nostra città come malcostume e non ha mai avuto bisogno di manifestazioni eclatanti almeno fino agli ultimi episodi di cronaca. Si è infiltrata tra l’indifferenza delle persone e ha reso abitudinale la corruzione, l’immobilismo, l’omertà: il non vedere, il non sentire, il non denunciare”. Così a Palermo viene raccontata la mafia, una mafia romana che però non è altro che la declinazione di un identico metodo mafioso.

C’è poi il racconto di Simona e Alice, due ragazze mantovane. “La mafia è ovunque ci sono ignoranza e mancanza di lavoro”, ha detto una di loro. “La nostra regione, la Lombardia – ha proseguito poi un’altra studentessa – è la quinta regione italiana per infiltrazioni mafiose. Una infiltrazione che colpisce il settore edile e quello dei rifiuti. La criminalità organizzata è una metastasi che colpisce tutto il paese”.

Ultimo intervento è quello dei giovani palermitani del liceo classico “Vittorio Emanuele II” che hanno parlato dei legami fra politica e mafia. “La politica e il legislatore – è il loro invito – si forniscano di codici di autoregolamentazioni e buone leggi. La politica – hanno continuato – spezzi i legami fra gli ambienti mafiosi e le istituzioni e non tradisca la fiducia dei cittadini nel loro mandato”.

Proprio ai giovani si è rivolto nel suo intervento Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre: “Tocca alle nuove generazioni farsi carico della sconfitta delle nuove mafie presenti in tutto il territorio nazionale ed internazionale che sono più opache, sommerse, e delle loro reti di relazioni con le aree grigie minoritarie del mondo delle professioni, degli operatori economici, dei politici e burocrati corrotti e collusi che mortificano la stragrande maggioranza degli onesti”. Poi sono seguiti gli interventi di Tiziana Di Salvo e Filippo La Torre, familiari degli uomini trucidati dalla mafia.

I legami fra politica e mafia sono stati, come si è detto, il tema declinato in molti interventi. “I legami fra politica e amministrazione e mafia – ha poi sostenuto Gaetano Armao, vicepresidente della Regione – vanno recisi in modo concreto, attraverso azioni amministrative, che vanno nel senso di colpire quegli interessi che attraverso la corruzione e la pressione mafiosa tentano di condizionare l’Amministrazione”.

Per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando a La Torre e Di Salvo bisognerebbe dire “Missione compiuta”. “Pio La Torre – ha spiegato Orlando – ha capito che quando vuoi affermare i diritti di tutti e di ciascuno devi andare oltre la propria appartenenza, in Sicilia lui ha superato le classi e le parti. Il sacrificio di Pio La Torre, di Piersanti Mattarella, del generale Dalla Chiesa, di Don Pino Puglisi ha portato un blocco sociale contro la mafia. Di questo dobbiamo ringraziarli perché oggi Palermo non è più una città governata dalla mafia”.


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