Il locale e il prestanome del boss |Tutti rinviati a giudizio - Live Sicilia

Il locale e il prestanome del boss |Tutti rinviati a giudizio

I titolari del ristorante Pitti, sequestrato dalla polizia, dovranno affrontare il processo.

l'udienza preliminare
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CATANIA – I titolari del ristorante Pitti, accusati di intestazione fittizia, dovranno affrontare il processo che si aprirà il 7 dicembre davanti alla III sezione penale del Tribunale di Catania.  Il Gup ha quindi accolto le richieste del sostituto procuratore della Dda Rocco Liguori ed ha rinviato a giudizio Gianluca Giordano, difeso dagli avvocati Luca Blasi e Licinio La Terra Albanelli, Melinda Caruso, difesa dall’avvocato Giovanni Grasso, Salvatore Caruso, difeso dall’avvocato Francesco Antille, Giuseppe Caruso, difeso dall’avvocato Margherita Ferraro, e Francesco Salamone, assistito dall’avvocato Vanessa Belfiore.

L’inchiesta da cui scaturisce il processo è una costola dell’indagine Bulldog sulla rete di prestanome legata al santapaoliano Roberto Vacante, già condannato in primo grado. Lo scorso la Squadra Mobile ha eseguito il sequestro preventivo della società “San Giuliano srl” e del rinomato locale catanese di via Antonino di Sangiuliano. Da diversi mesi oramai il Pitti di via San Giuliano ha le saracinesche abbassate. Il ristorante era balzato agli onori della cronaca anche per la presunta presenza del Ministro Angelino Alfano all’inaugurazione (storia smentita con le foto nelle colonne di questo giornale).

La figura chiave di questa inchiesta è Salvatore Caruso, accusato nel processo Bulldog di essere una testa di legno di Roberto Vacante. Gli approfondimenti economico-finanziari hanno evidenziato – secondo la tesi accusatoria – che le quote della San Giuliano srl sono state fittiziamente attribuite al socio unico Gianluca Giordano, compagno di Melinda Caruso, figlia di Salvatore. Caruso, la figlia e il compagno “al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale nei confronti di Salvatore Caruso, soggetto sottoposto ad indagini per il delitto di associazione mafiosa – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio – attribuivano la titolarità dell’attività di ristorazione Pitti alla San Giuliano Srl”. Inoltre le indagini hanno permesso di ricostruire la presunta distrazione di 100 mila euro dalle casse di un ristorante sequestrato a quelle del Pitti.

Il titolare del Pitti Gianluca Giordano sin dall’inizio, attraverso il suo collegio difensivo (avvocato Luca Blasi e Licinio La Terra Albanelli), ha sempre respinto ogni tipo di accusa avanzata dalla Procura evidenziando che la società Giordano Srl è “priva di interconnessioni”.


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