Il ritorno di Gianfranco Marrone |Presentato il suo 'Stupidità' - Live Sicilia

Il ritorno di Gianfranco Marrone |Presentato il suo ‘Stupidità’

"Non c’è stupido peggiore di colui che si vanta della sua intelligenza e addita la stupidità altrui". E' solo uno dei messaggi contenuti nell'ultima opera del professore di semiotica dell'Università di Palermo, che ha pubblicato per Bompiani la sua ultima opera letteraria.

Il nuovo libro del semiologo palermitano
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PALERMO – Che la sua forza stia nel numero, e nella bassa mortalità, ce lo avevano già ricordato con consueta arguzia, Fruttero & Lucentini vari anni fa. Ora – dello ‘stupido’ – Gianfranco Marrone ci propone l’immagine più attuale e fastidiosa: non c’è stupido peggiore di colui che si vanta della sua intelligenza e addita la stupidità altrui, ovunque gli paia di poterla snidare. Cosicché il giudizio di stupidità è quasi sempre reversibile: l’Altro che pare ci stupido si vendica facendo apparire stupidi, perché incauti e superbi, anche noi che lo giudichiamo tale. Quindi? Che fare? Rinunciare a qualsiasi problematizzazione?

Incontriamo l’Autore alla presentazione del libro (Stupidità, Bompiani, euro 12,00) a la Feltrinelli (via Cavour, 133). Presentazione insolita. In cui – su invito dell’Autore – ciascuno racconta, se vuole, l’ultimo episodio di stupidità a cui ha assistito, l’ultima scemenza che ricorda.

«Tutti si aspettano che io dica delle stupidità – esordisce Marrone, rivolto al pubblico che affolla la libreria – e quindi siete nel posto giusto! Raffaella Carrà, che ha inventato la ‘neotelevisione’ disse una volta: “la televisione siete voi!” e così faccio io: la presentazione la fate voi! Questo anche per evitare che sia io soltanto a dire scemenze». Gli astanti si prestano al gioco. C’è chi afferma di non conoscere nessuno stupido («siamo tutti intelligenti!»), chi sottolinea come i Social Network siano un contenitore di raccolte compiaciute di scemenze altrui, da cui differenziarsi e chi prova a distinguere fra una stupidità del sistema e una stupidità dell’individuo. «La stupidità – risponde Marrone – non una proprietà dell’individuo: è sociale. È la stupidità della burocrazia, della complessità che tutti sperimentiamo: è stupido il sistema»

E l’intelligenza?

«Oggi l’intelligenza è passata alla tecnologia: la città è intelligente, il telefono è intelligente, è smart. Abbiamo delegato l’intelligenza alla teconologia e noi umani siamo restati senza»

Tutti stupidi, nessuno stupido….

«Perché nessuno riesce ad accorgersene. Il tema della stupidità è quanto mai inattuale: la stupidità è cool! Una nota campagna pubblicitaria, lodata da tutti gli esperti, si fondava sull’esortazione “be stupid!”, La cultura di massa ci dice: bisogna essere stupidi! Vantarsi della stupidità. D’altra parte, gli ‘intellettuali’ sembrano arroccati in una rivendicazione della propria intelligenza che mi pare eccessiva: Musil diceva – nel “Discorso sulla stupidità” – che la peggiore stupidità e quella di chi vanta la sua intelligenza»

Una modica dose di stupidità ci tocca tutti?

«Certo, ci riguarda tutti. Ma, ammetterlo è già un modo per liberarsene. Bisogna sentirsi stupido per esserlo di meno; il gesto di ammetterlo ci aiuta – non dico a salvarci – ma almeno a non starci dentro in modo totalizzante»

La categoria della stupidità oggi sembra trasversale alle classi sociali, pervasiva….

«Anni fa, Leonardo Sciascia si lamentava che non esistessero più i “bei cretini di una volta”. Prima c’era Giufà, lo scemo del villaggio: oggi il villaggio è globale e anche la stupidità si è globalizzata. L’ipotesi che in questo libro ripercorro è che le regole del villaggio siano esse stesse stupide»

A parlare di stupidità si rischia di passare per spocchiosi…

«Parlare di stupidità senza apparire spocchiosi è impossibile. Uno dei problemi più forti della stupidità è la difficoltà di afferrarla».

Quindi la stupidità vince sempre?

«Sempre. Perché non cambia mai, ma noi cambiamo e quando incontriamo dopo molto tempo qualcuno che ci era sembrato stupido, pensiamo: “non può essere così stupido! Non fino a questo punto!” E così lo stupido vince sempre».


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