PALERMO – Due anni di militanza in maglia rosanero, con il traguardo di una storica finale di Coppa Italia, non sono certo facili da dimenticare. E per Vito Chimenti, idolo della Favorita negli anni ’70, ogni ritorno a Palermo è sempre una emozione. Appese le scarpette al chiodo, Chimenti allena oggi l’Invicta Matera, ed è stato premiato in collaborazione col centro sportivo “Le Siepi”:
“È come se fosse il primo giorno – ha detto Chimenti – sono sempre innamorato di Palermo e la gente mi manda spesso dei messaggi, sono molto affezionato a loro. Faccio sempre il tifo per questa città meravigliosa, che merita il palcoscenico che ha riconquistato”. Con Chimenti si torna indietro alla beffa del ’79, in finale di Coppa Italia contro la Juventus, che vide il bomber rosanero segnare dapprima il gol del vantaggio, per poi abbandonare il campo a causa di un infortunio: “Sono sincero, quando indossavo la maglia del Palermo difficilmente uscivo senza motivo. Certe volte, quando prendi una botta, viene fuori dopo 24 o 48 ore. Tenevo molto a quella partita, ma si è gonfiato il ginocchio come poteva confermare il grande dottor Matracia. Io ci tenevo moltissimo, mi spiace per i tifosi, ma le cose che si dicono non mi vanno bene. Non posso però parlar male di una città che mi ha dato molto, per quella maglia avrei dato anche il sangue”.
Vito Chimenti è famoso per la sua “bicicletta”, un gesto tecnico che faceva impazzire i tifosi: “Quella è una tecnica istintiva, non è cosa da tutti i giorni. Ci sono ragazzi che ci provano ma non è facile. Mi ricordo molto bene il gol in mezza rovesciata col Brescia, quando si segna in una piazza del genere poi devi per forza gioire con loro”. Un commento, infine, da parte dello stesso Chimenti, sul cammino attuale del Palermo: ” Il Palermo è stato bravo a ripartire e a ritornare nella categoria che merita. Credo che Zamparini farà qualcosa di positivo dopo la retrocessione dell’anno scorso. Palermo merita l’Europa. Ci giocano squadre di città più piccole, non vedo perché non debba farla il Palermo”.