"Il sindaco convochi i sindacati" - Live Sicilia

“Il sindaco convochi i sindacati”

Pietro La Torre, segretario generale Uiltucs
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I risultati del tavolo interministeriale di questo pomeriggio non convincono del tutto i sindacati, con Pietro La Torre, segretario generale della Uiltucs siciliana, che chiede al sindaco di Palermo, Diego Cammarata, che i lavoratori vengano messi a conoscenza del piano. La Torre indica negli ammortizzatori sociali in deroga la soluzione per tamponare l’emergenza e condanna le parole in libertà di questi giorni e la volontà della politica di mettere il cappello sulle proteste dei dipendenti.

Partiamo dal tavolo romano. Vi convincono le soluzioni che si vanno delineando?

«In questo momento abbiamo due problemi: uno è relativo agli aspetti di natura strategica, cioè alla soluzione delle criticità relative al personale e alla garanzia dei servizi; l’altro riguarda il contingente, ovvero la tempistica dei problemi. Andiamo ripetendo da tempo che la soluzione è l’internalizzazione dei lavoratori che consente grandi risparmi, ma dobbiamo porci il problema-tempo: la manovra finanziaria verrà approvata verso fine giugno, come si coprono i servizi e le retribuzioni dei lavoratori nel frattempo? Noi ci siamo detti disponibili a dialogare, ma le affermazioni generiche non ci bastano più. Vogliamo conoscere il piano nel merito e nei tempi di esecuzione per risolvere le criticità che potrebbero emergere. Chiediamo al sindaco di convocare i sindacati, di dirci come stanno procedendo le cose perché dobbiamo evitare il rincorrersi di voci di questi giorni, in cui ognuno dice la sua e fa solo dei danni».

Con chi ce l’ha in particolare?

«Abbiamo detto alla politica di lasciare fuori questo problema sociale dal terreno di scontro, ma siamo rimasti inascoltati. Il problema è che non c’è alcun interlocutore capace di intervenire, ognuno difende i suoi interessi. La priorità devono essere i lavoratori e la salvaguardia dei servizi. Noi siamo disposti a parlare di produttività, riqualificazione, rivisitazione delle convenzioni, non ci tiriamo indietro, ma chiediamo che ci vengano rappresentati in termini chiari gli accordi che si stanno prendendo».

Voi cosa proponete?

«Si potrebbero utilizzare gli ammortizzatori sociali in deroga, dal momento che l’azienda non può accedere agli strumenti ordinari, con un’integrazione della parte economica mancante a carico dell’impresa. Sono accordi che si fanno regolarmente con le aziende e che prevedono un 80% a carico dell’inps e l’altro 20% a carico dell’impresa. L’ammortizzatore in deroga ha inoltre il pregio di non prevedere i passaggi burocratici per l’erogazione, l’azienda sarebbe giustificata. Permette inoltre di non interrompere i rapporti di lavoro, ma non c’è un’interlocuzione tecnica capace di sedersi con noi per trovare una soluzione. Potremmo avere un attimo di tranquillità rispetto alle legittime proteste di questi giorni».

Proteste che stanno provocando numerosi disagi.

«Gli eccessi non ci piacciono, ma il problema non è nuovo, noi lo diciamo da mesi che prima o poi sarebbe scoppiata l’emergenza. Qualcuno dimentica troppo facilmente come è nata la Gesip, sono lavoratori recuperati da una legge nazionale e nati nel periodo dalla Primavera di Palermo. Nessuno ha memoria storica di queste cose. Lo scontro politico non mi interessa, ma devo ammettere che non mi convince chi governa la città e nemmeno gli atteggiamenti estremistici dell’opposizione. C’è il tentativo di strappare un dominio in termini politici del problema, con evidenti fini elettorali»

Voi proponete l’internalizzazione, ma come si fa con gli ex carcerati che non possono essere assunti per i loro precedenti penali?

«Questa è una manovra complessa e temiamo si voglia effettuare una differenziazione fra i lavoratori, che comporterebbe solo delle tensioni fra i dipendenti e quindi niente di buono. Presumiamo che l’esodo riguardi tutti i lavoratori delle partecipate, quello che non appare chiaro è come ricollocare nel pubblico impiego alcuni lavoratori, vorremmo capire se queste criticità ci sono o se sono state superate. Parliamo di tutti i lavoratori o solo di una parte? Ci vogliono delle deroghe per chi ha dei precedenti con la giustizia, è evidente».

La preoccupa il fatto che non si parli delle altre partecipate?

«Certo, anche se francamente la manovra di alleggerimento viene riferita anche alle altre società, almeno io la intendo così. Ma non possiamo dimenticare che siamo su due piani sfalsati: il problema Gesip va risolto oggi e immediatamente, non mi sembra ci sia la stessa urgenza per le altre società».

Cosa chiedete al sindaco?

«Che realizzi quanto si è impegnato a fare, facendoci partecipare affinché quei dubbi che abbiamo vengano fugati definitivamente. Stiamo tutti lavorando a una soluzione, ma in questi giorni abbiamo sentito tante parole in libertà, come quelle riferite ad una acquisizione della Regione del 51% dell’azienda. Non sta né in cielo né in terra, nessuno metta il cappello in testa ai lavoratori».

Dell’anticipazione della Regione cosa pensa?

«E’ una boutade di tipo politico, non è una strada percorribile».


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