CATANIA – I tempi sono stati quelli di ogni anno, i fuochi del Borgo non ci sono stati, e alle otto del mattino il Fercolo doveva ancora fare la Salita di Sangiuliano.
All’incrocio con via Etnea, imponente lo spiegamento di Forze dell’Ordine per garantire sicurezza in uno dei momenti più attesi dell’intero percorso agatino. Sicurezza garantita anche dal collaudo meccanico ed idraulico del Fercolo: la Vara, infatti, è stata certificata da un documento controfirmato dai responsabili tecnici (leggilo qui) per una “sicurezza” a velocità “a passo d’uomo”.
Prima di essere girato per affrontare la Salita, il Fercolo ha atteso a lungo: un problema ad un tombino, sulla sede stradale, ha ritardato la Salita per gli indispensabili lavori di manutenzione. Una squadra del Comune è intervenuta per saldare il tombino, tra i mugugni dei devoti.
Dopo la Salita, le maniglie proseguono lungo la strada fino quasi all’ospedale Santa Marta, ma il Fercolo gira in via Crociferi per il toccante canto delle monache benedettine del Santissimo Sacramento (guarda il loro sito web).
Le monache escono sul sagrato della chiesa di San Benedetto ed intonano la loro preghiera. L’intera strada, affollata di devoti, si zittisce di colpo e si mette in ascolto. Fino ad alcuni decenni fa, il canto si svolgeva di notte: organizzate in turni di preghiera, infatti, le monache vegliano 24 ore su 24 il Santissimo Sacramento.
Dopo l’offerta di un mazzo di fiori alla Patrona, la processione continua fino in piazza Dusmet e poi lungo via Vittorio Emanuele, per arrivare infine in piazza Duomo per le lunghe fasi di rientro in Cattedrale e lo struggente “arrivederci” – con uno sventolante saluto di guanti bianchi – all’anno prossimo.
Per seguire la festa di Sant’Agata su Twitter: #LiveSAgata