Il superburocrate che voleva andarsene|in pensione a 47 anni - Live Sicilia

Il superburocrate che voleva andarsene|in pensione a 47 anni

Chi è Pier Carmelo Russo
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Qualche mese fa sembrava dovesse e volesse lasciare la poltrona di segretario generale per godersi la pensione. Baby-pensionato (Russo ha 47 anni) grazie allo Statuto autonomistico e ad una legge che vale soltanto in Sicilia. Pier Carmelo Russo, enfant prodige della burocrazia regionale, si trova invece catapultato nelle stanze d’oro di Palazzo d’Orleans, liberando di fatto un posto ambito nello scacchiere dei superburocrati regionali, quello di segretario generale dell’amministrazione dell’Isola, una poltrona da quasi 200 mila euro di stipendio all’anno. Da sempre vicino a Raffaele Lombardo che lo piazzò al posto del potentissimo cuffariano Salvatore Taormina, Russo è stato per un paio d’anni direttore all’assessorato al Turismo prima della nomina a numero uno della burocrazia. Negli ultimi mesi le sue quotazioni sembravano in netto ribasso, soprattutto dopo l’annuncio della sua pensione anticipata: un congedo a 47 anni, lasciando nel pieno della carriera una delle poltrone più ambite della Regione siciliana. Da pensionato avrebbe percepito circa il 75 per cento dello stipendio. Baby pensionato lo sarebbe diventato grazie a una legge che vale solo in Sicilia ed esclusivamente per i dipendenti regionali.

Basta avere un anziano genitore in cattive condizioni di salute. Chi non ne dispone può sempre procurarselo. È il caso di un’impiegata che per andare in pensione dopo appena 20 anni di lavoro si è fatta adottare da una malconcia novantenne. La legge, d’altra parte, glielo consentiva. L’amministrazione dell’Isola, quando a guidarla era ancora Salvatore Cuffaro, ha deciso di garantire a qualsiasi dipendente che abbia un genitore, un coniuge o un figlio affetto da una malattia “di particolare gravità” la possibilità di congedarsi definitivamente dal lavoro non appena raggiunti i 25 anni contributivi per gli uomini e i 20 per le donne con prole. In tutti gli altri enti pubblici, ammettono dalla stessa Regione, i dipendenti non godono dei medesimi privilegi ma possono contare al massimo su qualche giorno di permesso in più. Robetta, insomma.

Russo era pronto a sfruttare questo scivolo. Le critiche approdate sulla stampa nazionale e il risentimento espresso da Lombardo gli hanno fatto cambiare idea, ma il feeling col governatore non sembrava più dei migliori. Il nuovo colpo di fulmine sarebbe stato determinato dai buoni uffici e dai pareri che Russo avrebbe espresso in merito allo schema di regolamento per l’attuazione della riforma dei dipartimenti regionali, schema approvato con giudizi positivi dal Cga e che entrerà in vigore dal primo gennaio.

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