Tragico incidente di Bolognetta, Lorefice vicino alle famiglie delle vittime

Il tragico incidente di Bolognetta, la solidarietà di Lorefice

"Non posso non farvi arrivare il mio affetto e la mia vicinanza"

PALERMO – Dopo il drammatico incidente stradale avvenuto il 14 dicembre scorso sulla strada Palermo-Agrigento, all’altezza di Bolognetta, l’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice ha voluto far sentire la propria vicinanza ai familiari delle tre vittime – Ruben Saccio di 25 anni, Samuele Cusimano di 21 e Domenico Vitale di 27 anni – ai due giovani ancora ricoverati in gravi condizioni e alle comunità coinvolte.

“Il mio affetto e la mia vicinanza per voi”

“Carissime famiglie di Domenico Vitale, Ruben Saccio e Samuele Cusimano e degli altri giovani coinvolti nel tragico incidente di Bolognetta, care Comunità di Villafrati e del circondario colpite da questo profondo dolore, impedito a raggiungervi a causa di un infortunio, non posso non farvi arrivare il mio affetto e la mia vicinanza attraverso il Vicario Episcopale don Filippo Custode”, si legge in un lungo messaggio da parte dell’Arcivescovo.

“Abbiamo visto le vostre lacrime scendere impetuose e sentito il vostro grido. Hanno trafitto i nostri cuori e scosso la nostra coscienza. ‘Sento’ anch’io nella mia carne la morte di questi nostri giovani figli e desidero ‘con-patire’, portare insieme a voi, questo dolore che vi ha drammaticamente travolti”.

Gesù, Figlio di Dio venuto nel mondo, Tu che in tutto sei stato solidale con noi umani – continua il messaggio di Lorefice – , fino ad assumere la nostra carne e a morire per noi liberamente e per amore sulla Croce, volgi le tue viscere di compassione su questi tuoi figli che hanno trovato la morte sulle nostre impervie e ancora tormentate strade, e sui loro familiari e amici. Dona consolazione e fortezza, rinsalda la fede e la speranza perché seppur tribolati non rimaniamo schiacciati; sconvolti, non precipitiamo nella disperazione (cfr 2Cor 4,8). Facci avvicinare ad ogni dolore per stendere le mani e toccarlo, assumerlo, fino a sentirlo nella nostra carne”.

Gesù, continua a narrarci che la tua incarnazione, la tua morte e la tua risurrezione sono la vicinanza di Dio che fa suo il travaglio e il dolore del mondo, il desiderio di vita e di gioia senza fine che portiamo impresso nel nostro spirito umano”.

“Rendici capaci di cogliere nella ricerca di divertimento spensierato dei nostri giovani l’inquietudine della ricerca del senso profondo della vita, come anche la nostra responsabilità di testimoniare loro – non solo con le parole – quanto il giovane S. Agostino scrive dei suoi trascorsi giovanili nelle Confessioni: “Ci hai fatti per Te, o Dio, e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te. […] Ed ecco che tu eri dentro e io fuori, e lì ti cercavo”.

“Fà che in noi adulti ed educatori le nuove generazioni possano scorgere che la gioia viene dalla certezza di essere amati da Dio e dall’amore donato e ricevuto con gratuità, dal vivere in pienezza le cose semplici e ordinarie della vita; che la felicità sgorga dal di dentro e non dal possesso delle cose esteriori”.

“O tu che sei pienezza di ogni ricerca umana, “Vieni presto, Salvatore […], stella attesa del mattino sorgi e scendi a noi dall’alto. Guarda a tutto il nostro errare e al tormento di chi soffre, salva l’uomo che ti invoca, crea la pace sulla terra. Il tuo volto nella storia trasfiguri il nostro pianto nel dolore del creato che sospira redenzione. Ogni lingua già proclama nella Fonte d’ogni amore che tu sei Signore eterno per la gloria di Dio Padre” (Comunità Monastica di Bose, Inno per il tempo di Avvento). Ascolta e vieni, non indugiare, perché possiamo ereditare la terra finalmente liberata dalle grandi acque del male, della sofferenza e della morte”. 


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