Il triste lamento dell'eroe - Live Sicilia

Il triste lamento dell’eroe

L'infortunio di Miccoli
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2 min di lettura

Fabrizio Miccoli

E’ finita come una tragedia greca. Non solo un pareggio che equivale a mezza sconfitta. E’ finita con l’eroe nella polvere, sfasciato distrutto dalla crudeltà del fato.
Due ANSA di ieri ci fanno rizzare i capelli in testa per lo spavento. La prima, intorno alle otto di sera, recitava: “Miccoli, che è stato colpito duramente dal sampdoriano Zauri a metà del secondo tempo, in occasione dell’episodio che ha provocato la concessione del rigore del pareggio del Palermo, poi da lui stesso trasformato, è a rischio per la sfida di domenica prossima contro l’Atalanta. L’attaccante ha lasciato lo stadio Barbera in tenuta da allenamento e con le stampelle, dirigendosi verso il Centro traumatologico (che si trova davanti allo stadio): per lui si teme una distorsione al ginocchio destro”. La seconda ancor più allarmante: “Non si sa molto sulle condizioni del ginocchio di Miccoli, che è uscito dallo stadio con le stampelle ed in tenuta da allenamento. L’infortunio rimediato a metà del secondo tempo, da un intervento di Zauri che ha causato il rigore del pareggio dei rosanero, potrebbe però rivelarsi più serio del previsto. Per l’attaccante si teme addirittura la lesione del legamento crociato del ginocchio destro. Martedì Miccoli verrà sottoposto a risonanza magnetica, in modo da verificare l’esatta entità  del danno rimediato. Lo stesso Delio Rossi è apparso molto preoccupato sulle condizioni del capitano rosanero, al termine della sfida pareggiata contro la Sampdoria”.

Una orrenda tegola, che si aggiunge al gusto amaro dell’occasione perduta, ancorché tenacemente inseguita. Miccoli ha stretto i denti. Col corpo a pezzi ha voluto calciare il rigore del pareggio, facendosi più male, in barba al dolore. Ha tentato di giocare su una gamba sola e non ce l’ha fatta più. Peccato, perché il suo talento sarebbe stato prezioso nell’assalto finale. Ora, in questo triste lamento dell’eroe, bisogna aspettare l’esito degli esami. E nutrire fiducia. Uno come Fabrizio che ha avvicinato le stelle a Palermo deve essere per forza immortale.


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