Il vescovo La Piana: "Servono fondi| Basta allo sciacallaggio" - Live Sicilia

Il vescovo La Piana: “Servono fondi| Basta allo sciacallaggio”

Il conforto delle parole della religione, quello umano della solidarietà, l’inevitabilità di quella che è stata una sciagura che però nulla toglie alla responsabilità della politica che anziché aiutare lasci che il territorio frani, uccidendo, il rigranziamento agli “angeli del fango”, come sono stati chiamati i tanti volontari che ancora lavorano per liberare i centri colpiti dai detriti. Ancora, la dignità e il riscatto della gente dei luoghi feriti, che non si lascia offendere dallo sciacallaggio, dalle polemiche gratuite, dalle critiche strumentali. Perché se non si ricostruisce, non si riparte, non si lavora diversamente, dopo, anche la conversione resta lutto e non resurrezione. Questa, in estrema sintesi, il senso dell’omelia di monsignor Calogero La Piana dall’altare della chiesta di san Domenico a Saponara, visibilmente emozionato nel ricordo di Giampilieri. Fu lui, due anni fa, a dare l’ultimo saluto alle vittime di quella tragedia annunciata, tuonando duramente contro i responsabili istituzionali, richiamati alle loro responsabilità.

Oggi La Piana ha parlato invece di disastro imprevedibile, che però non deve far dimenticare le responsabilità individuali e quelle di una politica “che si rende minacciosa ai suoi uomini”. Per questo, prima di salutare, tra le lacrime, con un semplice “Ciao Ragazzi” le tre vittime, monsignor La Piana ha scelto le parole del vangelo di Siloe, col racconto dell’annuncio della torre mal costruita che crolla, quando Gesù richiamò i giudei a farsi coinvolgere in prima persona e ammonì:” Se non vi convertirete, morirete tutti”.

“A poco più di due anni dal doloroso evento che ha colpito i centri della zona ionica, Giampilieri, Scaletta ed altri, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore gonfio di commozione, sconvolti e confusi, ma pur sempre fiduciosi e animati dalla speranza, ci ritroviamo ancora una volta dinnanzi all’ennesimo disastro che ha attraversato il versante tirrenico del nostro territorio provinciale, provocando sconforto e dolore in numerosissime famiglie, stravolgendo gli equilibri territoriali e socio-economici di piccoli e grandi centri urbani. Gli eventi disastrosi dei giorni scorsi hanno provocato ingenti e incalcolabili danni al nostro territorio, ma molto più grave la perdita di Luigi, Giuseppe e il piccolo Luca, vittime di una frana imprevedibile. Partecipi al dolore delle famiglie Valla e Vinci ed esprimiamo sincera e profonda solidarietà a tutti i fratelli e sorelle interessati dal disastro”. Durante la sua omelia, fra i tanti possibili esempi, Monsignor La Piana cita, non a caso, dal Vangelo secondo Luca il salmo che parla della caduta della Torre di Siloe: “Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. La Torre malcostruita che semina morte ai suoi piedi. “Il perire -spiega La Piana – non si riferisce tanto alla morte fisica, ma al fallimento morale dell’uomo. Ci vuole volontà, bisogna cambiare atteggiamento, bisogna decidere per la vita piuttosto che per la morte, sono necessarie azioni dettate dalla salvaguardia del bene comune, piuttosto che dagli interessi personali o di parte. E’ necessario un forte richiamo alla responsabilità. Di fronte al dramma della caduta della Torre di Siloe Gesù non denuncia, ma invita ad esaminare se stessi, a convertirsi”.

La Piana ringrazia tutti i soccorritori e tutte le forze dell’ordine ed esprime “Disappunto e disgusto verso gli sciacallaggi, le affrettate conclusioni e gli atteggiamenti da avvoltoi che hanno contribuito a gettare ulteriore fango sul nostro territorio e la nostra gente”. “Non permettiamo a nessuno di sporcare la dignità del nostro popolo e della nostra terra, che sta cercando di ripulire se stessa dall’essere tacciata di mafia, corruzione, ignavia, abusivismo. Mi unisco al grido levatosi in questi giorni: servono fondi, agevolazioni, sostegni indispensabili per pianificare la ricostruzione e ripartire. Appello anche ai giovani dal volto e dal cuore buono, consolante novità di questi giorni: non rimanete gli angeli del fango, siate sempre gli angeli degli altri. Invoco la lungimiranza dello sguardo, l’onestà dell’azione e della salvaguardia dell’ambiente, oltre il vantaggio personale spesso di stampo clientelare o strappato con minacce o estorsioni, ognuno avverta forte il senso della propria responsabilità. E l’aiuto richiesto non tardi ad arrivare”.


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