di PALLONARUS Salvatore Sirigu ha tutte le carte in regola per diventare un portiere di cui si parlerà a lungo. Il ritorno in Nazionale col compagno di reparto Cassani (convocato da Prandelli, un uomo perbene e un tecnico lungimirante) potrebbe essere il preludio di una bella storia di calcio rosanero. La forza del simpatico Totò ha due segreti. Il primo è la famiglia: una bella famiglia sarda, unita e amorevole che ha cresciuto il piccolo (si fa per dire) portiere in erba con attenzione e valori di ottimo conio. Fu un professore ad accorgersi delle mani di Sirigu ai tempi della scuola: “Con quelle pale dovresti andare in porta”, gli consigliò. E l’incantesimo ebbe inizio.
Il secondo segreto: la maturità. La capacità di Salvatore di non perdersi mai d’animo, di non subire scoramenti inopportuni. Guardategli gli occhi, mentre è in azione. Trasmettono calma e serenità. Raccontano equilibrio e saggezza. Le mani devono solo adeguarsi. E poi Salvatore piace perché è una persona seria, non il classico calciatore stupidotto e vanesio. E le persone vere, nel pallone come nella vita, hanno sempre quel qualcosa in più.