Sono 27 gli ex dirigenti dell’Italsider pubblica e dell’Ilva privata condannati per disastro ambientale e omicidio colposo plurimo a pene comprese tra i 9 anni e mezzo e i 4 anni di carcere. Nel corso del dibattimento, durato due anni, sono state ascoltate decine di testimoni che hanno descritto le condizioni in cui si svolgevano le attività industriali nel siderurgico tarantino. Sono stati interrogati lavoratori, medici e tecnici, acquisiti fascicoli e atti per decine di migliaia di pagine. La pena più alta, 9 anni e mezzo di reclusione, è stata inflitta a all’ex direttore dell’Italsider Sergio Noce, di San Michele di Pagana (Genova). A seguire 9 anni e due mesi ad Attilio Angelini, 9 anni a Giambattista Spallanzani e Girolamo Morsillo, 8 anni e sei mesi a Giovanni Gambardella, Giovanni Gillerio, Massimo Consolini, Aldo Bolognini e Piero Nardi.
Per 28 operai dell’Ilva (31 i casi esaminati) il giudice monocratico di Taranto, Simone Orazio, ha riconosciuto il nesso di causalità tra il decesso e l’esposizione al pericoloso cancerogeno. In un arco temporale che abbraccia quasi quarant’anni, i lavoratori hanno dunque inalato le micidiali fibre dell’asbesto, contraendo il mesotelioma pleurico.