Immigrati in alto mare | Nuovo scontro con Malta - Live Sicilia

Immigrati in alto mare | Nuovo scontro con Malta

Sos dal Canale di Sicilia
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Un barcone carico di migranti nel Canale di Sicilia ha lanciato l’Sos con una telefonata da un satellitare alla centrale operativa della Capitaneria di porto di Palermo. L’imbarcazione ha a bordo sessantacinque clandestini, ed  è stata localizzata 56 miglia a sud di Lampedusa, in acque di competenza maltese attraverso le coordinate fornite dal Gps. La richiesta di aiuto è stata pertanto girata alle autorità della Valletta.

Ancora polemiche. E’ un’altra storia incresciosa, dopo la vicenda della Pinar, il mercantile turco bloccato per quattro giorni nel Canale di Sicilia con 144 migranti, tra Italia e Malta. Ora si è aperto un contenzioso sulle operazioni di soccorso in mare. La Valletta ha ribadito ieri il principio che i profughi debbano essere trasferiti nel porto più vicino, che anche in questo caso è quello di Lampedusa. In questo momento sono in corso trattative. Poco dopo un altro barcone in navigazione nel Canale di Sicilia ha lanciato un altro Sos, con una telefonata da un saellitare giunta alla centrale operativa della Capitaneria di Porto di Palermo. In questo caso l’imbarcazione, con 75 migranti a bordo, è stata localizzata a 45 miglia a Sud di Lampedusa, sempre in acque di competenza maltese.  I due barconi trasportano complessivamente 140 immigrati.

I toni non si placano. Mentre si sta sviluppando un nuovo confronto tra Malta e l’Italia sul soccorso di immigrati al largo di Lampedusa, il primo ministro maltese Lawrence Gonzi ha espresso “disgusto” verso quello che ha definito come “l’intransigenza dell’ Italia nei confronti di vite umane”.
Gonzi ha dichiarato come “inaccettabile” il mancato soccorso di immigrati a pochi passi dalla costa di Lampedusa.

I soccorsi. Una nave cisterna italiana, la Ievoli, in navigazione nel Canale di Sicilia, si sta dirigendo verso i due barconi carichi di immigrati.  La nave, che navigava a circa trenta miglia a sud di Lampedusa e quindi distante circa 20 miglia dai naufraghi, è stata identificata grazie al sistema Ais (Automatic identification system).


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