Impianto di percolato a Motta |Comitati sul piede di guerra - Live Sicilia

Impianto di percolato a Motta |Comitati sul piede di guerra

Di Guardo: "Miasmi fetidi che ammorbano l’aria del centro storico di Misterbianco".

MOTTA SANT’ANASTASIA – Servirà per “chiudere il cerchio” all’interno del sito e consentire alla Oikos di essere auto sufficiente anche nel trattamento del percolato che finora veniva raccolto e inviato a ditte esterne per il trattamento. Ma la richiesta di realizzazione di un impianto per il trattamento dei liquidi che si formano in discarica, appunto, avanzata alla Regione siciliana dalla proprietà titolare dello stabilimento di smaltimento di rifiuti di Valanghe d’Inverno è già nella bufera. Il progetto ha infatti suscitato le perplessità di alcuni cittadini e soprattutto degli esponenti dei comitati no discarica dei due Comuni limitrofi all’insediamento, Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, che dichiarano guerra all’ipotesi.

I membri ora temono che “la costruzione di un ulteriore impianto finalizzato al trattamento del percolato, in un’area tra l’altro vicina ai centri abitati, aggraverebbe i rischi a cui quotidianamente è posto il territorio di Motta”. A tal proposito è già stata avviata una petizione, di cui è firmataria Anna Bonforte, affinché la Regione e anche Anastasio Carrà, sindaco del Comune di Motta Sant’Anastasia, ente chiamato a esprimere un parere al progetto, si oppongano “in tutte le sedi, alla realizzazione del predetto impianto”. Se da un lato dunque appare sempre più chiara l’intenzione da parte della Oikos di crescere a Valanghe d’Inverno dall’altro si fa sempre più forte l’opposizione esercitata dai veri comitati da sempre contrari alla presenza della discarica.

Secondo Bonforte la proposta avanzata dalla Oikos “suona – si legge nella petizione – come una insostenibile provocazione nei confronti dei cittadini che per decenni hanno subito danni e disagi dalla presenza nel proprio comune di un sistema industriale di smaltimento dei rifiuti, che vede passare dai Sieli circa un quinto dei rifiuti prodotti nell’intera Sicilia”. Le ragioni della loro contrarietà vanno inquadrate nella presenza a Motta delle due discariche (Tiritì già dismessa) che negli anni “hanno stravolto – si legge ancora – il paesaggio dei Sieli provocando periodicamente insopportabili miasmi oggetto di innumerevoli proteste e innumerevoli denunce, anche di carattere penale, da parte dei cittadini”.

A scendere in campo anche il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo che dopo le promesse rimaste al palo di Crocetta non le manda a dire: “Non ne possiamo più. E’ una vergogna che non possiamo più sopportare. Nessuna promessa è stata rispettata circa la chiusura della discarica e la bonifica di Tiritì che nella sua visita a Misterbianco nel dicembre scorso aveva annunciato che avrebbe eseguito, in caso di inerzia, in danno alla ditta che gestisce la discarica”. Ma proprio sulla bonifica del sito dismesso di Tiritì è giallo. Sulla questione i vertici dell’azienda avevano affermato tramite un’intervista pubblicata su LiveSicilia di non aver mai ricevuto dalla Regione alcuna comunicazione relativamente all’iter di chiusura previsto per il sito.

Di recente la ‘tirata d’orecchie’ al presidente Crocetta è arrivata dritta anche da parte del ministro dell’Ambiente Galletti. E Di Guardo rincara la dose, denunciando “ il fenomeno di miasmi fetidi della discarica” che proprio in questi giorni starebbero “invadendo il centro storico di Misterbianco”.

La discarica al momento – pur non potendo accogliere i rifiuti provenienti dai Comuni in seguito all’accoglimento da parte del Cga del ricorso in appello avanzato dalla Regione – è aperta per abbancare comunque i rifiuti provenienti da privati. E Di Guardo infine lancia un appello alla Oikos: “L’Oikos deve convincersi – conclude Di Guardo – che nelle zone limitrofe e vicino a Misterbianco e Motta S. Anastasia deve subito sbaraccare, bonificare e chiudere tutto e non chiedere provocatoriamente di realizzare un altro impianto di smaltimento. Trovi lontano dai centri abitati il sito dove continuare a svolgere la sua attività”.

 


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