Scritta intimidatoria al Palazzo | Scarpinato di nuovo nel mirino - Live Sicilia

Scritta intimidatoria al Palazzo | Scarpinato di nuovo nel mirino

Qualcuno ha scritto la parola “Accura” ("Attento", in dialetto siciliano) sulla porta impolverata della stanza di fronte a quella del procuratore generale Roberto Scarpinato. Nota di "forte preoccupazione" dei colleghi della Procura di Palermo.

ALLARME A PALERMO
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PALERMO – Stavolta l’allarme è scattato per una scritta. Qualcuno ha lasciato la parola “Accura” (“attento” in dialetto siciliano) sulla porta impolverata della stanza di fronte a quella del procuratore generale Roberto Scarpinato. Ad accorgersene è stato un uomo della scorta che ha avvertito i carabinieri. Non si può non tenere conto che si tratta del secondo episodio nel giro di pochi giorni. Di “fatto inquietante” parla il pocuratore aggiunto Leonardo Agueci, che per ora guida i pm palermitani, che non solo esprime la “piena solidarietà al collega”, ma va oltre con una frase netta: “Chi tocca Roberto tocca tutti noi”.

I primi di settembre nell’ufficio del magistrato, al primo piano del Palazzo di giustizia di Palermo, era stata recapitata una lettera. I toni e i contenuti evocavano negli inquirenti l’inquietante riferimento che Giovanni Falcone fece alle “menti raffinatissime” che avrebbero progettato il fallito attentato nella sua villa dell’Addaura. La missiva era stata lasciata sulla scrivania e suggeriva al magistrato di “rientrare” nei ranghi. L’anonimo dimostrava di conoscere le abitudini e i luoghi frequentati dal magistrato. E, soprattutto, le inchieste che l’ex pm del processo Andreotti, da mesi, sta conducendo. C’era un invito diretto in quella lettera. Un invito a non sottovalutare il nemico, a non cercare di individuare l’autore che non lascia impronte.

Stavolta, invece, qualcuno si è affidato ad una sola parola – “Accura” – per cocentrare il messaggio affidato prima all’inchiostro. Se davvero l’episodio fosse collegato al precedente, allora ci troveremmo di fronte a qualcuno pronto a sfidare di nuovo le misure di sicurezza del Tribunale.

Scarpinato si è autoassegnato il processo d’appello per favoreggiamento aggravato all’ex generale del Ros Mario Mori e starebbe conducendo indagini delicate sui legami tra l’ex ufficiale e ambienti legati all’eversione nera. Indagini che si intrecciano con quelle condotte dalla Procura che ha istruito il processo sulla trattativa Stato-mafia e che potrebbero far rileggere in una luce diversa anche il dibattimento sul presunto patto stretto tra pezzi dello Stato e Cosa nostra in cui Mori è imputato e le stragi del ’92 e del ’93.

Ed ecco la nota di solidarietà della Procura: “I magistrati della Procura della Repubblica di Palermo, di fronte all’ulteriore grave episodio di intimidazione nei confronti di Roberto Scarpinato, esprimono la massima solidarietà al collega ed amico, accompagnata dal rispettoso sostegno all’alta funzione da lui esercitata; manifestano la loro forte preoccupazione per il ripetersi di tali episodi, per le modalità ed i luoghi in cui essi avvengono, per la figura istituzionale di chi ne è destinatario, per la concomitanza temporale con rilevanti momenti processuali; richiamano la necessità che da parte di tutte le istituzioni sia mantenuta alta l’attenzione volta a consentire che l’esercizio della funzione giurisdizionale possa sempre essere svolta con serenità, senza turbamenti, minacce o, ancor peggio, attacchi di chi la esercita”.

 


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