CATANIA – Riscossione Sicilia, società che gestisce la riscossione delle entrate nell’Isola per conto della Regione, che la controlla al 100%, ha attivato le pratiche di pignoramento di circa 43 milioni di euro nei confronti di 133 Comuni per il mancato pagamento di Imu e Tarsu su immobili di loro proprietà e per altre pendenze fiscali e erariali, come i pagamenti di tasse di possesso di automezzi. Il ‘record’ appartiene al Comune di Catania che con quasi 19 milioni di euro detiene quasi il 50% del monte-debiti di tutti i comuni dell’Isola, a fronte, ad esempio, dai 682mila euro di Palermo.
Lo scrive il quotidiano La Sicilia, citando un report di Riscossione Sicilia aggiornato allo scorso 29 giugno. In alcuni Comuni è già arrivato l’ufficiale notificatore con l’ingiunzione per mettere all’asta l’autobotte comunale o l’ auto di servizio. Ci sono stati Enti che hanno pagato, altri che hanno chiesto la rateizzazione. Ma anche chi ha dichiarato, con una delibera, l’impignorabilità di somme ritenute fondamentali per il Comune e chi ha presentato ricorso. Tra questi Catania. Il 14 giugno scorso Unicredit, in qualità di tesoriere, secondo il report di Riscossione Sicilia dichiara che “fin dalla data di notifica del pignoramento (il 26 gennaio 2016) non esistono fondi di pertinenza del Comune di Catania, pertanto nessuna somma è stata vincolata”. Il contenzioso è finito davanti al Tribunale, con udienza aggiornata al prossimo 8 luglio. “Chiederò di dichiarare il dissesto finanziario del Comune di Catania, così come degli altri che si rifiutano di pagare senza averne il diritto – annuncia il presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo – non è accettabile che i Comuni chiedano le tasse ai cittadini, ma poi non onorino i loro debiti con l’ Erario, così come non onorano i debiti con i privati”.