PALERMO- C’è attesa per le decisioni che il Partito democratico assumerà a Roma sulle candidature “a rischio”. La commissione di garanzia, presieduta da Luigi Berlinguer, si è riunita oggi. Ma non c’è ancora una risposta definitiva. A quanto apprende Live Sicilia, non ci sarebbero troppi problemi per Francantonio Genovese (chiamato in causa per il suo presunto conflitto di interessi sulla Formazione e per un’indagine per abuso d’ufficio) e Angelo Capodicasa (tirato in balo da un collaboratore di giustizia con dichiarazioni che non hanno mai trovato riscontro), mentre più delicata sarebbe la situazione di Mirello Crisafulli e Nino Papania, senatori uscenti, bersaglio negli ultimi giorni di una campagna mediatica portata avanti dal Fatto quotidiano che li ha bollati come “impresentabili”. Né Papania (che ha patteggiato undici anni fa 2 mesi e 20 giorni per abuso d’ufficio, convertiti in multa), né Crisafulli (che è rinviato a giudizio per concorso in abuso d’ufficio), rientrano nei casi per i quali il codice etico del partito prevede l’incandidabilità. Peraltro entrambi sono dirigenti nazionali del partito e la loro candidatura è già passata alla verifica prima delle primarie (dove entrambi hanno superato le seimila preferenze), è stata approvata dalla direzione nazionale e presentata ufficialmente in conferenza stampa. E pertanto, i problemi per i due politici siciliani non sarebbero regolamentari (e quindi di competenza della commissione dei garanti, che è organo disciplinare), ma squisitamente politici e legati a una valutazione della segreteria. Il Pd “romano” ha subito la pressione mediatica di questi giorni. La settimana scorsa a Ballarò anche la firma del Corriere della sera Gian Antonio Stella ha incalzato Piero Grasso in studio sulla candidatura di Crisafulli. La decisione definitiva viene presa al Nazareno – dove si trova il segretario regionale Giuseppe Lupo – in questi minuti.
