“Abbiamo appena sentito il console Guido De Sanctis, questa mattina si svolgerà il processo da parte delle autorità libiche per verificare se c’è stata un’ invasione delle acque territoriali libiche da parte delle 3 imbarcazioni sequestrate”. Lo dice l’armatore del Maestrale Vito Margiotta.
Ieri tre motopesca mazaresi – “Boccia II”, “Antonino Sirrato” e “Maestrale” – 19 persone, tra cui sette tunisini, sono stati sequestrati dai militari del “dopo Gheddafi”, saliti a bordo dei natanti italiani con mitragliette e bombe a mano, e “accompagnati” nel porto di Bengasi. “Stiamo attraversando momenti di tensione insieme ai familiari – aggiunge Margiotta – anche perché non sappiamo quali potrebbero essere le sanzioni in caso di condanna se il carcere, il sequestro del mezzo o del prodotto, se verranno applicate quelle vigenti durante il regime di Gheddafi. La Libia in via del tutto unilaterale ha portato a 72 miglia dalla costa il controllo delle sue acque territoriali, mentre il diritto internazionale lo definisce entro i 12 miglia”. “I 19 uomini dei 3 equipaggi sono ancora sulle navi al porto, non possono scendere – ha concluso – e le autorità non volevano che salisse nemmeno il console. Ci sono stati attimi di tensione”.
“Sono convinto che la situazione si risolverà in poche ore e l’auspicio è che non si arrivi ad un processo vero e proprio. L’udienza di questa mattina è una sorta di fase ‘istruttoria’ e potrebbe concludersi con una verbalizzazione” dice il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi. “Abbiamo ricevuto rassicurazioni anche sulle condizioni degli uomini dei 3 equipaggi sequestrati – ha aggiunto – dal parlamentare Luca Bellotti, che si trova in Libia e con cui siamo in contatto costante, ci ha anche mandato una foto via email”.