In un anno condanne per 15 milioni| "Dirigenti condannati e premiati" - Live Sicilia

In un anno condanne per 15 milioni| “Dirigenti condannati e premiati”

Nella relazione del presidente della sezione giurisdizionale Carlino, i vizi degli amministratori siciliani

L'inaugurazione dell'anno giudiziario
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PALERMO – “La tutela della legalità non può essere rimessa soltanto alla magistratura nei suoi vari ordini e ruoli, che certamente non deve sottrarsi alle proprie responsabilità, ma costituisce compito prioritario del legislatore e di chi amministra la cosa pubblica”. È questo l’ammonimento del presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti Guido Carlino, in apertura della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.

“In particolare l’amministrazione – ha aggiunto Carlino – deve svolgere una seria prevenzione dell’illecito erariale, attraverso un costante monitoraggio delle procedure di spesa e un efficace e tempestivo esercizio dei compiti di vigilanza e di controllo, in modo da scongiurare non solo profitti dolosi a danno delle finanze pubbliche, ma anche i numerosi sperperi dovuti a superficialità nell’agire, spesso non perseguibili in giudizio ove l’elemento psicologico della condotta illecita non superi la soglia di gravità prevista dalla legge”.

Nella relazione del presidente Carlino, poi ecco anche alcuni numeri sull’attività della Corte. Ad inizio anno erano pendenti 144 giudizi; nel corso dell’anno ne sono stati aperti 199; sono stati definiti 195 giudizi. Sono 118 le sentenze relative a responsabilità amministrativa: 79 le condanne, 24 le assoluzioni, 15 sono terminati con alte formule. L’importo delle condanne è superiore a 15 milioni e mezzo di euro. Sono stati 4 invece i sequestri conservativi per un importo di quasi 3,9 milioni di euro. “Le questioni affrontate in giudizio hanno evidenziato – ha proseguito Carlino nella sua relazione – hanno evidenziato varie forme di mala gestio della cosa pubblica m, caratterizzate, in alcuni casi, dal conseguimento di profitti di carattere personale, in altri, i più numerosi, dalla realizzazione di sperpero di risorse pubbliche, determinato da grave negligenza nell’espletamento degli obblighi di servizio e agevolato da carenze nei controlli da parte degli organi a ciò preposti”.

“Rifiuti, mala gestio, responsabilità sanitaria, ricorso illegittimo a esterni”. Sono alcuni dei “casi” trattati quest’anno dalla Corte dei conti, come ricorda il Procuratore generale Gianluca Albo. Tra le altre vicende, viene annotata quella relativa ai cosiddetti “incarichi aggiuntivi” dei dirigenti pubblici. “Sino allo scorso febbraio – si legge nella relazione del procuratore – ai dirigenti indebiti precettori sono state notificate dall’Amministrazione regionale 20 diffide di cui 11 già ingiunzioni di recupero per un ammontare complessivo di oltre 600 mila euro”. C’è poi, nella relazione del magistrato, anche una amara riflessione: “La condanna del giudice contabile, anche ad ingenti importi, per gravi episodi di spreco di pubbliche risorse non solo non ha pregiudicato il ruolo di responsabilità politica-gestionale per gli amministratori o alti dirigenti condannati, ma, – ha proseguito il procuratore Albo – in alcuni casi, sembra avere un effetto volano per incarichi più delicati e di superiore rango”. Il Procuratore si rivolge poi al Legislatore, affinché “preveda a disciplini conseguenze interdittive per coloro che all’esito del giudizio della Corte dei conti siano stati riconosciuti responsabili di gravi condotte lesive per l’Erario; la condanna, infatti, è un evento oggettivo sintomatico – prosegue il magistrato Albo – quanto meno di inidoneità a gestire le risorse pubbliche che tramite la fiscalità lo Stato riceve dai suoi cittadini”.

Presente, in rappresentanza dell’ordine degli avvocati, Giovanni Immordino: “Il quadro è sconfortante. Invece di migliorare, le cose sembrano peggiorare, basta guardare l’entità delle condanne. Ma non dimentichiamo che esistono tanti amministratori e pubblici funzionari che sono onesti, leali e che meritano la nostra considerazione. Serve, tra cittadino e Stato, un mutuo rispetto. Deve finire il momento in cui l’amministrazione è terrorizzato dal fatto di mettere una firma. Serve un bilanciamento degli interessi”. Giunge anche un saluto della presidente della Sezione di controllo Giuliana Savagnone che ha lanciato un allarme sulle carenze di organico della Corte.


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