Incarichi e conflitto di interessi| La Giammanco è indagata - Live Sicilia

Incarichi e conflitto di interessi| La Giammanco è indagata

Luciana Giammanco

CORTE DEI CONTI. Il responsabile dell'anticorruzione della Regione chiamato in causa. La replica.

PALERMO – Il dirigente generale del dipartimento regionale della Funzione pubblica, Luciana Giammanco, è indagata dalla procura regionale della Corte dei Conti.

La vicenda sarebbe legata ai compensi per gli incarichi aggiuntivi e farebbe venire a galla un conflitto d’interessi. I magistrati contabili hanno provato per mesi a farsi consegnare gli elenchi dei dirigenti regionali che hanno ottenuto gli incarichi extra. Senza grande fortuna, per la verità, almeno in una fase iniziale. In quell’elenco la Giammanco avrebbe dovuto inserire anche il suo nome nella doppia veste di controllore e controllato. Da qui il conflitto di interessi.

Giammanco, infatti, è il responsabile dell’anticorruzione della Regione, indicata come esempio non virtuoso dal procuratore della Corte dei Conti, Giuseppe Aloisio, nella sua relazione per l’apertura dell’anno giudiziario. Aloisio non la cita per nome, ma è a lei che si riferisce. “Sono rari i casi in cui i responsabili anticorruzione hanno segnalato alla Procura regionale i comportamenti di soggetti ritenuti responsabili di fatti illeciti, a causa di un sistema di vigilanza e denunzia rivelatosi farraginoso, ad attuazione stentata e in alcuni casi anche opaca – si legge nella relazione -. Emblematico il caso del dirigente anticorruzione dell’amministrazione pubblica che in Sicilia annovera il più alto numero di dipendenti, il quale non solo non ha mai denunciato alcuno, ma si trova interessato egli stesso da un’attività istruttoria tuttora pendente, per evidente conflitto di interesse rispetto alla funzione esercitata”.

La vicenda degli incarichi aggiuntivi è stata sollevata da Livesicilia. Dal 2014 ad oggi più di una circolare ha imposto ai dirigenti di denunciare incarichi e compensi. “Abbiamo già portato avanti molti interventi e recuperato delle somme di denaro. Altri enti non hanno fatto sapere nulla”, disse Giammanco. Impossibile, però, conoscere numeri e cifre. Eppure sono passati anni dalle richieste di chiarimenti. Fino a quando i magistrati contabili non si sono interessati al caso. I finanzieri della Polizia tributaria hanno cominciato a spulciare gli incarichi aggiuntivi. Il primo caso scoperto fu quello di Anna Rosa Corsello, dirigente regionale oggi in pensione, condannata per danno erariale e indagata pure dalla magistratura ordinaria. I pm le contestano un peculato da 140 mila euro per essersi autoliquidata compensi che non le sarebbero spettati per gli incarichi aggiuntivi di commissario liquidatore di Multiservizi e Biophera. Questi tasselli, uno dopo l’altro, farebbero ipotizzare che anche nel caso di Giammanco i pm contabili si stiano occupando di incarichi aggiuntivi.

Dal 2010, in nome della spending review, per i dirigenti generali fu inserito il principio della omnicomprensività. Non si possono ottenere compensi extra rispetto agli stipendi già percepiti. E per i dirigenti semplici? La procedura prevede che l’ente presso cui il dirigente ha espletato l’incarico liquidi alla Regione l’intero compenso; quindi la Ragioneria generale paga il 50 per cento della somma al dipendente e versa la restante metà in un apposito fondo regionale. In molti casi l’ente o la società avrebbero pagato l’intera somma direttamente al dirigente, saltando il passaggio dal Bilancio. Insomma, c’è chi si sarebbe messo tutti i soldi in tasca.

Luciana Giammanco è stato commissario al Comune di Agrigento e alla provincia di Trapani. In uno di questi due casi, potrebbe non avere rispettato le procedure e non si sarebbe autodenunciata, almeno in un primo momento, nelle liste che lei stessa avrebbe dovuto stilare. Si potrebbe profilare un’ipotesi di danno erariale di qualche decina di migliaia di euro.

“Non è vero che non ho denunciato, ho denunciato e licenziato qualcuno. In ogni caso, se così possiamo definirlo, non è il core business dei responsabili anti corruzione – replica Giammanco -, che hanno il compito di attuare la legge 190”. E il conflitto di interessi di cui parla Aloisio? “Se c’è un procedimento dovrebbe essere in seno all’Anac e non ce n’è perché non mi è stato comunicato. Il presidente Cantone mi ha comunicato, invece, lo scorso 22 dicembre, la chiusura di un procedimento su un’ipotesi di conflitto di interessi. Si riteneva che fossi a capo della sia della Funzione pubblica che dei procedimenti disciplinari. Non è vero, non sono a capo dei procedimenti disciplinari. Il procedimento è stato archiviato”. Se le si fa notare che c’è un’indagine contabile a suo carico e il conflitto di interessi riguarderebbe gli incarichi aggiuntivi Giammanco taglia corto: “Apprendo con grande sorpresa, non ho notizia dell’attività istruttoria da parte della Procura regionale. Non mi è stato comunicato nulla. Non penso che debba saperlo dai giornali. Quando mi sarà comunicato nominerò un avvocato. Non ho incarichi aggiuntivi”. Ma li ha avuti in passato? “Per Agrigento non ho preso soldi, per Trapani li sto finendo di restituire (frase che fa pensare a una restituzione rateale)”. Perché sta restituendo i soldi? “Perché a quel tempo non era stata chiarita l’applicabilità del decreto nazionale (quello che stabilisce l’omnicomprensività) su tutto il territorio nazionale. Poi, sono intervenute tre sentenze a chiarire in modo definitivo e io per prima devo restituire”. E l’elenco degli altri incarichi aggiuntivi? “Li abbiamo consegnati fin dove li abbiamo avuti. Ce li ha la Procura contabile”.

 


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