PALERMO – Mentre Palermo viene divorata, come il resto della Sicilia, dagli incendi, infuocano le polemiche. Da circa una settimana il governo Musumeci è sotto accusa per i ritardi del sistema di prevenzione degli incendi. “Polemiche pretestuose, è una maniera puerile di attaccare il governo. La prevenzione antincendio è stata regolarmente fatta. Quello in atto è un attacco criminale studiato a tavolino.” E’ la difesa di Toni Scilla, Assessore dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, che ha la delega agli operai forestali. Una della componenti previste dal “Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva per la difesa della vegetazione contro gli incendi”. Più semplicemente detto piano antincendio boschivo.
Quanti sono gli operai forestali?
In tutto sono circa 18.900 – spiega Scilla. Di questi quelli abilitati all’antincendio sono circa 6.000, il resto è personale del dipartimento dello Sviluppo rurale. Circa 1.000 sono operai a tempo indeterminato e il resto suddivisi tra i cosiddetti settantottisti, centunisti, e centocinquantunisti, a secondo della quantità di giornate di impiego.
Come state utilizzando queste risorse?
Nella provincia di Agrigento, per fare un esempio, i centocinquantunisti lavoreranno fino al 31 agosto e delle 151 ore ne hanno fatte 78. A Messina, provincia a rischio, i centocinquantunisti lavoreranno fino al 30 settembre con 104 giornate, i centunisti fino all’11 settembre con 57 giornate e i settentottisti fino al 14 agosto con 32 giornate. Le giornate rimanenti – spiega – saranno utilizzate nei mesi di settembre, ottobre e novembre per la pulitura e la sistemazione delle aree boschive. La piantumazione ha una funzione di controllo degli incendi e si fa in autunno. Ecco perché sospendo i lavori degli operai e li faccio riprendere ad ottobre.
I sindacati di categoria e la politica accusano la regione di essersi mossa con ritardo e di non avere realizzato i viali parafuoco.
Il personale è stato mobilitato in linea a tutti gli altri anni e gli operai forestali lavoreranno tutti fino al 15 agosto.
Ho fatto dei sopralluoghi a Enna, Erice e guardando le aree bruciate delle montagne si vedono chiaramente i viali parafuoco. Oggi non serve fare i viali tagliafuoco, quella è la fase iniziale. Se gli incendi fossero soltanto per cause naturali la situazione sarebbe diversa. Come prevenzione antincendio il lavoro è stato fatto e tutto è migliorabile, ma rispetto ad un attacco scientifico non c’è prevenzione che tenga. Questi sono atti criminali a cui bisogna rispondere e anche altri organi devono attivarsi, per capire quali sono le motivazioni di questi criminali.
Perché pensa ad un atto criminale?
Nell’area del demanio San Matteo a Erice c’erano inneschi in tre punti diversi. Non capisco che cosa spinga a compiere questi atti scellerati, contro la bellezza del nostro territorio. Non certo la politica. Questi sono temi in cui la strumentalizzazione politica non serve, ci sono danni economici ingenti e alcuni cittadini hanno rischiato la vita. Quindi gli attacchi di una certa politica becera, davvero non hanno logica.
Il Corpo Forestale ha anche compiti di polizia giudiziaria
Bisogna fare squadra per intercettare i delinquenti che appiccano le fiamme e aumentare i controlli. Non si può pensare che faccia tutto il Corpo Forestale, serve un maggiore sforzo da parte di tutti. Abbiamo realizzato il possibile, compatibilmente con le risorse finanziarie. Il governo regionale voleva accedere ai fondi europei, ma data la lunga procedura, ha optato per una variazione di bilancio che consentisse un intervento più rapido. Noi interveniamo sul patrimonio della Regione, ma anche i Comuni e i privati hanno compiti di controllo delle aree di loro pertinenza.”
La regione siciliana è in ritardo non di mesi, ma di anni. Al momento, infatti, in tutta la Sicilia sono appena 370 gli agenti del Corpo Forestale con qualifica di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, 350 quelli con la fondamentale qualifica di direttore delle operazioni di spegnimento. Gli unici che possono richiedere l’intervento di un mezzo aereo, per un isola di 25.832,39 chilomteri quadrati. Il governo Musumeci aspetta l’autorizzazione da Roma per bandire il concorso da circa 170 unità.
I comuni, come ha ricordato il presidente della Regione, hanno obbligo di fare attività di prevenzione. Hanno una parte rilevante nell’evitare gli incendi più pericolosi per persone e infrastrutture, quelli cosiddetti interfaccia. I comuni, con il loro personale, devono provvedere ad eliminare quella parte di vegetazione che agevola le fiamme.
“I sindaci chiedono interventi dicendo, per esempio, che c’è una scuola a rischio – spiega a Live Sicilia una fonte della Protezione civile -, Come ci sono arrivate le fiamme vicino alla scuola? Hanno la scuola nel bosco o il comune in un anno non ha tolto le sterpaglie pericolose?”.
I privati, invece, come specificato nel Piano antincendio boschivo, possono chiedere alla regione un contributo “per operazioni di pulizia e di manutenzione selvi-colturale prioritariamente finalizzate alla prevenzione degli incendi boschivi”. La regione è in ritardo cronico, “già da tempo molti Distaccamenti Forestali hanno organici tali da non poter riuscire a garantire il servizio d’istituto con continuità” ha scritto nel piano antincendio boschivo, ma sono in tanti a dovere fare molto di più.