PARTINICO (PALERMO) – Un nuovo incendio, un’auto distrutta. Paura, speranza e consapevolezza a Partinico, dove l’ennesima intimidazione divide chi vive nel paese. C’è chi crede in una svolta, nell’aria di cambiamento che può smuovere le coscienze. C’è chi si definisce realista e di fronte ad una macchina a fuoco non si stupisce più. “Nemmeno fa notizia ormai – esordisce un uomo, uscendo da una tabaccheria – è diventato un hobby”.
L’auto data alle fiamme in via Bagliesi, nel quartiere Casa Santa, appartiene a Gaetano Lo Baido, pregiudicato di 45 anni, ma come ha accertato la polizia, è intestata a Leonardo Vitale, il figlio 27enne di Vito, il boss in carcere con il 41 bis. Ma chi ha appiccato quelle fiamme? E per quale motivo? La polizia sta indagando su tutti i fronti, non trascurando il movente passionale, né quello dell’intimidazione di stampo mafioso.
Negli ultimi mesi i mezzi incendiati sono stati almeno dieci, a partire da quelli della ditta “Geosystem” di leonardo D’Arrigo – che aveva intrapreso un percorso con l’associazione Libero Futuro – per finire con i quattro autocarri distrutti dal fuoco lungo la statale 113. Tra i partinicesi c’è chi si definisce “stanco” di vivere in una terra “bella, ma maledetta” e chi spera nelle nuove generazioni.
“Le associazioni antiracket, la cui presenza sembrava impossibile qui – dice un cittadino – stanno facendo tanto per aprire gli occhi alla gente. E’ vero, è un territorio complicatissimo, ma dobbiamo avere fiducia, credere in una svolta, in un cambiamento che ci faccia vivere tranquilli”.
“La mafia c’è – afferma il titolare di un’attività commerciale – ne sentiamo la presenza, la avvertiamo, ma per fortuna non direttamente. Ogni volta che sui giornali leggiamo di episodi terribili, omicidi e intimidazioni nel nostro paese, non possiamo che essere ancora più consapevoli di quello che ci circonda cercando di prenderne le distanze”.