PALERMO – Il Covid? “Motivo di business e speculazione”, scrive il giudice per le indagini preliminari che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nell’inchiesta sull’Ast: una indagine che sfiora anche la politica, con le due massime cariche istituzionali della Sicilia, il governatore Nello Musumeci e il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che si dicono “pronti” a denunciare.
La società “Officine del Turismo” si era già aggiudicata, secondo l’accusa presentando documenti falsi, il servizio di biglietteria digitale per 3,2 milioni di euro. Poi arrivò il Covid a fare crollare gli spostamenti e la vendita dei biglietti. In maniera direttamente proporzionale crollarono le provvigioni della società.
Ugo Fiduccia, direttore generale dell’Ast finito ai domiciliari, avrebbe garantito “terreno fertile” alla società per ovviare al calo di fatturato. Sfruttando l’emergenza Coronavirus l’azienda dei trasporti ha commissionato una serie di forniture in affidamento diretto, pagando pure in anticipo.
“Siamo rovinati come andiamo avanti… siamo preoccupati”, diceva Alberto Carrotta. “Se voi avete bisogno di qualche sovvenzione vediamo intanto di anticipare”, rispondeva Fiduccia. E così arrivarono le commesse: fornitura un sistema per implementazione della bigliettazione, termoscanner per la temperatura, telecamere conta passeggeri.
Tutto senza gara e in affidamento diretto. Ad una condizione, però, che gli ordinativi venissero frazionati: “Perché la neve si fa alta altrimenti”, diceva Fiduccia. E si finiva per dare nell’occhio.