"Omissione sui gazebo abusivi" | Dirigenti e funzionari sotto inchiesta - Live Sicilia

“Omissione sui gazebo abusivi” | Dirigenti e funzionari sotto inchiesta

Il Palazzo di giustizia di Palermo

In cinque hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini dalla Procura di Palermo per omissione in atti d'ufficio. Nel 2012 c'erano oltre 240 verbali per i gazebo abusivi sul tavolo dello Sportello comunale per le attività produttive. Nessuno, però, li fece rispettare. La difesa: "Nessuna irregolarità, tutta colpa del vuoto normativo".

PALERMO – Nel 2012 c’erano oltre 240 verbali per i gazebo abusivi sul tavolo dello Sportello unico per le attività produttive del Comune di Palermo. Nessuno, però, fece qualcosa per farli rispettare. Cinque persone, fra dirigenti e funzionari di Palazzo delle Aquile, sono finiti sotto inchiesta per omissione in atti d’ufficio. Il caso dehors, dunque, finisce in Procura.

O meglio, c’è finito da tempo e in gran segreto visto che i cinque dipendenti hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Si tratta dell’ex dirigente del Suap, Domenico Verona (oggi dirigente dell’Edilizia privata), Vincenzo Tantillo, anche lui dirigente (oggi all’Ufficio pubblicità e suolo pubblico), Paola Di Trapani, ex coordinatrice dell’Ufficio servizi alle imprese (oggi è capo area della Pianificazione territorio, risponde di favoreggiamento perché avrebbe reso dichiarazioni contrastanti per eludere le indagini), e dei funzionari del Suap Rita Davì (oggi in pensione) e Anna Bevilacqua.

Tutti o quasi sono stati interrogati dal pubblico ministero Maria Teresa Maligno che coordina le indagini assieme al procuratore aggiunto Leonardo Agueci. Si sono difesi sostenendo che non ci fu alcuna omissione. I verbali si sarebbero accumulati solo perché nessuno allora, nel 2012, sapeva chi e come dovesse dare seguito alle contravvenzioni elevate dalla polizia municipale. Dai loro avvocati, per il momento, nessun commento.

In effetti, era stata istituita una commissione per stabilire cosa fare. Mesi e mesi di discussioni che precedettero la cosiddetta direttiva Latella. Il commissario prefettizio Luisa Latella, che si insediò nel gennaio 2012 a Palazzo delle Aquile al posto del dimissionario sindaco Diego Cammarata, firmò l’ordinanza che prevedeva, oltre alla rimozione a spese dei proprietari delle strutture abusive, anche la chiusura dell’esercizio commerciale per un minimo di cinque giorni.

E da allora, secondo gli indagati, lo Sportello unico iniziò a marciare con regolarità, smaltendo l’arretrato. Di parere opposto la Procura, secondo cui si sarebbe trattato di una catena di omissioni in atti d’ufficio. Qualcosa si sarebbe potuto e dovuto fare, ma tutti chiusero un occhio. E qui si innesta un capitolo delle indagini che a nulla è approdato. Almeno finora. Un filone che ipotizzava una responsabilità politica prima ancora che penale. Insomma, la stretta sui gazebo non era una scelta conveniente in vista della nuova tornata elettorale. Questa, però, è un’altra storia, difficile, anzi difficilissima da sviluppare sul fronte giudiziario. Di certo ci sono quei 240 verbali rimasti per mesi lettera morta.

La vicenda giudiziaria irrompe sulla politica comunale dove è in atto uno scontro durissimo in Consiglio comunale. La delibera dei dehors sarà trattata, e in ritardo, la prossima settimana. I rapporti tra l’assessore alle Attività produttive Marco Di Marco e Sala delle Lapidi sono ai ferri corti. In due giorni l’Aula non è infatti stata in grado nemmeno di prelevare la delibera. Sembra non esserci fretta di trattare la spinosa questione. Nel frattempo i commercianti protestano perché il sequestro dei gazebo avrebbe messo in ginocchio gli affari e decine di persone rischiano il posto di lavoro.


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