Incidente mortale prima del parto | Il marito rischia il processo - Live Sicilia

Incidente mortale prima del parto | Il marito rischia il processo

Le doglie, la corsa in ospedale a bordo di una Smart e l'incidente. Rosaria Maranzano morì durante il trasporto in ospedale. Il bimbo pochi giorni dopo. Alla guida della macchina c'era il giovane marito ora accusato di omicidio colposo. Il suo legale: "Dopo il danno, la beffa".

PALERMO – È accusato dell’omicidio colposo della moglie e del bimbo che portava in grembo. Per lui è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio.

Inizi di settembre dell’anno scorso. Un uomo e una donna stanno raggiungendo in macchina il Policlinico. Lei, incinta, ha avvertito le prime doglie. La tragedia, in via Emanuele Paternò. La vettura, una Smart, transita sopra una buca, si solleva da terra e finisce la sua corsa contro il muro di recinzione della strada che costeggia il fume Oreto. I sogni di Rosaria Maranzano, 23 anni, e del marito Giuseppe Zito, 25 anni, si infrangono sull’asfalto. Lei muore durante il trasferimento in ospedale. I medici dell’ospedale Civico riescono a fare venire alla luce il bambino. Il suo cuore smetterà di battere alcuni giorni dopo.

Ora per Zito è stato chiesto il rinvio a giudizio. “Dopo il danno la beffa – si limita a dire il suo legale, l’avvocato Pasquale Bramati -. E’ una situazione spiacevole che complica la già segnata vita di un uomo che rivive da quel giorno, ogni giorno, una tragedia senza fine”. È stata una perizia disposta dal pubblico ministero Vania Contrafatto a pesare sulla richiesta di rinvio a giudizio. Gli esperti hanno, infatti, stabilito che la Smart procedeva ad una velocità superiore al limite massimo di cinquanta chilometri orari. E su questo insiste anche l’avvocato Giulio Bonanno, che assiste i genitori e i fratelli della ragazza morta che si costituiranno parte civile: “C’è chi si duole per un’eventuale beffa e chi perché costretto a piangere per una figlia e una sorella che non cè più. Se fossero stati rispettati i limiti imposti dal codice, come la stessa perizia ha confermato, oggi non ci troveremmo di fronte ad una famiglia distrutta dal dolore”.

Sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere se Zito meriti o meno di essere processato.


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